ANTONIO FABBRI – Nei giorni scorsi è circolata la notizia, peraltro nota ma rispolverata da una lettera, che il futuro Capitano Reggente Marco Nicolini è stato tredici anni fa condannato per lesioni in seguito ad un alterco stradale. Tre magistrati diversi – il giudice inquirente, il commissario della legge giudicante e il giudice di appello – hanno ritenuto che emergesse la sua responsabilità. Ma il fatto dell’episodio, che ha già avuto il suo epilogo giudiziale, è nulla, a ben vedere, rispetto alla portata delle parole che Nicolini scrive oggi. Infatti è lo stesso Consigliere di Rete a specificare lo scopo del suo ingresso in politica: “Cambiare una giustizia tanto malevola fu la spinta principale al mio ingresso in politica; ma il “mostro” è duro a morire”. (…)
Articolo tratto da L’informazione
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