Emergenza o negligenza rifiuti?

Emergenza o negligenza rifiuti?

Comunicato stampa del 15 ottobre 2013
EMERGENZA O NEGLIGENZA RIFIUTI?  
Non rimandare a domani quello che potresti fare oggi. Questa massima si adatta benissimo al problema rifiuti, mai affrontato dai governi e governicchi del nostro Paese. I nostri beati governanti hanno sempre pensato che il nostro deposito rifiuti, l’Italia, li accettasse all’infinito perché li pagavamo profumatamente e anche perché in Europa, nel campo dello smaltimento dei rifiuti, non si comporta tanto bene e quindi, come nostro alleato, poteva andare benissimo. Ma prima o poi l’Europa si incavola e chiede ai paesi membri di rispettare le sue leggi, altrimenti sono sanzioni salate. Dimenticata, abbandonata e non rispettata una sua Direttiva che stabiliva che i Paesi dell’UE arrivassero al 65% di raccolta differenziata entro il 2012.
Quello che sta avvenendo oggi, purtroppo, l’AMS, l’aveva preventivato e aveva sempre cercato, con le sue modeste forze, di fare qualcosa per risolvere il problema. Quando il governo e i governi non si muovono allora sono i cittadini che, credendo ad una società sostenibile, si danno da fare per cercare di ridurre la produzione dei rifiuti attraverso istanze d’Arengo, serate pubbliche, richieste di incontri alle Segreterie competenti,  articoli sui giornali. Già in un incontro pubblico nel 2006 parlavamo di porta a porta e di “strategia rifiuti zero”, sempre in un altro nel 2008 si informava sulla “gestione a freddo del rifiuto”. Un’istanza d’Arengo approvata nel 2006 diceva di“sperimentare il porta a porta dei rifiuti solidi urbani in area circoscritta del territorio per poi estenderlo all’intero territorio”; in un’altra, approvata nel 2009 si chiedeva “di separare la frazione umida da quella secca”. Altre presentate dall’AMS e da altri cittadini sono state regolarmente bocciate: “dispensare prodotti sfusi nei supermarket” come detersivi, shampoo, cibi in granaglie, vino, ecc.; introduzione di “distributore di latte”; “eliminazione delle acque minerali” in bottiglia nelle mense scolastiche; realizzazione di “fontane pubbliche” per erogare acqua gratis; eliminazione delle così dette “sportine di plastica”.
Abbiamo poi criticato pesantemente il nuovo (per noi vecchio) Piano di Gestione dei Rifiuti approvato nel 2011 che si prefiggeva degli obbiettivi abbastanza modesti: “una raccolta differenziata del 40% al 2014 e del 50% nel 2016 puntando ancora alla raccolta col cassonetto stradale”.
Insomma i governi (che nei programmi parlavano:“di potenziare, differenziare, incentivare, ricercando l’autonomia!”) oltre a snobbarci e a non rispettare le richieste di molti cittadini attraverso le Istanze d’Arengo, non hanno fatto niente e ci sembra giusto che alcuni movimenti politici e associazioni chiedano le dimissioni dei responsabili dopo avere speso svariati milioni di euro per il conferimento in discarica e all’inceneritore dei rifiuti solidi urbani avendo da anni una raccolta differenziata ferma al 20%.
Attenzione però non pensiamo di affrontare il rifiuto solo alla fine del suo ciclo, alla differenziazione e allo smaltimento, il rifiuto va affrontato fin dall’inizio, da quando si produce; come ci dice la Direttiva europea (98/2008) che pone “la prevenzione e il riutilizzo ai primi due posti della gerarchia, ancora prima della raccolta differenziata”.
Produciamo circa 600 kg/anno a persona di rifiuti solidi urbani, un’enormità di oggetti che buttiamo via quando oggi è possibile il recupero praticamente totale di tutto, non si sprecano risorse, si crea occupazione e soprattutto si salvaguarda la salute e le risorse naturali.
L’Associazione Micologica Sammarinese auspica che ci sia un cambiamento di rotta nella gestione dei rifiuti e si diffonda nella popolazione una cultura del recupero e del riciclo e il convincimento che questo è un problema di tutti ottenendo così benefici per l’ambiente e per la lotta al cambiamento climatico.
Associazione Micologica Sammarinese

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