Movimento SottoMarino e prodotti a ‘km 0’

Movimento SottoMarino e prodotti a ‘km 0’

 In questi giorni sulle strade italiane sta montando la protesta degliautotrasportatori per l’aumento dei carburanti. Tralasciando il lungo discorso sugli accordi in materia di prezzo del carburante con l’Italia, datati anni ’70, il blocco dei trasporti italiani, che indirettamentecolpisce anche la nostra Repubblica, deve essere l’occasione per riflettere una volta di più sui vantaggi della produzione a chilometri zero, almeno dei beni di prima necessità (carne, frutta, verdura, eccetera).Questo modo di concepire il consumo come concretamente testimoniato dalla realtà dei GAS, attivi anche nel nostro paese – ha valenza ambientale e socio-economica perché da un lato riduce l’utilizzo dei trasporti, quindi dei combustibili fossili e dell’inquinamento, e dall’altro può garantire la sostenibilità per i piccoli circuiti agricoli territoriali (quindi anche quello della nostra Repubblica).Con semplici accorgimenti ogni sammarinese può preferire prodotti locali che non devono subire lunghi trasporti con mezzi inquinanti. Gli
esempi vanno dall’offerta di prodotti sfusi come il latte fresco
venduto nelle milk machines (le macchine del latte sono presenti a Villa
Verucchio ad esempio, la nostra Centrale del latte potrebbe rifornire
di latte prodotto localmente) alla introduzione di
prodotti del circondario nelle mense scolastiche ed ospedaliere, dalla promozione della vendita diretta degli agricoltori e dei farmers marketsall’inaugurazione
di una ristorazione a “chilometri zero” come ad esempio i marchi “Menù a
chilometri zero” che identificano gli esercenti che scelgono di mettere
nei piatti le specialità delle campagne circostanti, contribuendo cosi
alla riduzione dell’inquinamento causato dal traffico veicolare.
I prodotti a km zero ci permettono di riscoprire il piacere del buon cibo di
stagione e degli alimenti nostrani, oltre a contribuire alla riscoperta
delle differenze biologiche tra varietà di frutta e verdura. Un
prodotto a
km zero è per definizione un prodotto del nostro territorio, con tutti i vantaggi del caso in termini di salute e sicurezza: pensiamo ai controlli sugli imballaggi e al deperimento dovuto ad un lungo viaggio. I prodotti a km zero costano meno a causa dell’abbattimento dei costi di trasporto e di imballaggio e dalla filiera che si accorcia: i benefici ricadono così sul piccolo produttore piuttosto che sulla grande distribuzione.E’ possibile poi studiare metodi di logistica urbana per la distribuzioni delle
merci sul territorio: utilizzando, ad esempio, come deposito i
fantomatici “capannoni sfitti” delle nostre aree industriali che sono
situate vicino ai confini, la superstrada verrebbe decongestionata dai

camion, dato che la successiva fase di trasporto potrebbe essere effettuata con mezzi di dimensioni minori e a basso impatto ambientale. In un periodo storico come questo occorre sfruttare la crisi di sistema per riscoprire una cultura di riduzione degli sprechi e di valorizzazione della sostenibilità ambientale e sociale, nonché per iniziare a sviluppare e strutturare nuove idee di impresa.

 

Movimento Sottomarino

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