Popolari Sammarinesi sulla debolezza del governo, spesso ancora in minoranza

Popolari Sammarinesi sulla debolezza del governo, spesso ancora in minoranza

In Consiglio passa la linea dei moderati
Approvate due istanze d’arengo e due ordini del giorno sostenuti dai Popolari

Due istanze d’arengo e due ordini del giorno sostenuti e promossi dai Popolari Sammarinesi superano lo scoglio di una politica in cui domina lo stallo e il rinvio.
C’è soddisfazione in casa dei Popolari – meglio essere formiche che cicale – perché la linea della moderazione, della continuità e della coerenza, porta piccoli frutti, ma importanti.
In questa seduta consiliare, in cui ancora una volta è stata dimostrata l’assoluta incapacità di affrontare le maxi emergenze e i grandissimi problemi del nostro “sistema Stato” sono state invece approvate due istanze d’arengo molto significative. La prima, sul rilancio dell’Università e della sua ferma collocazione nel centro storico perché questo progetto diventi un motore di sviluppo oltre che culturale, anche economico e turistico, legato com’è ad un indotto multiforme derivante appunto dalla presenza di studenti e della necessità di nuovi servizi. La seconda, sulla sicurezza sulle strade, un problema di grandissimo impatto sociale affinché le nuove sensibilità in materia siano affiancate da progetti strutturali e di informazione.
Altrettanto importanti i due ordini del giorno approvati. Il primo, che oltre alla firma di Romeo Morri aveva quella di Glauco Sansovini di AN, per il sostegno a Papa Benedetto XVI nella rivendicazione della libertà come principio laico. Il secondo, anche con la firma di Federico Bartoletti degli Europopolari, sul ruolo della famiglia nella società odierna.
Vince ancora una volta la politica dei piccoli passi e del buon senso, indirizzata all’interesse della collettività, pur con gli scarsi mezzi che hanno disposizione le minoranze.
C’erano molti altri argomenti importanti all’ordine del giorno, purtroppo naufragati nell’immobilismo della demagogia e nella supremazia di interessi che non sono collettivi, ma le minoranze sono state capaci di dare il segnale che la politica, quella vera, è ancora viva. E non è cosa da poco.

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