«Telefonini vietati», il pugno di ferro dei presidi a scuola
Dalla connessione digitale, alla connessione umana. Dai rapporti da remoto, ai rapporti in presenza. Le scuole riminesi dichiarano guerra ai cellulari, strumenti che allontanano i ragazzi
dal mondo reale e dalle relazioni interpersonali dirette, relegandoli ad una vita artificiale, fatta
di chat, messaggi, e comportamenti spesso pericolosi, con l’opacità della rete internet. Einaudi – Molari Una battaglia, però, ad arma unica, condotta a suon di divieti. Duri, rigidi. Al punto che, all’istituto professionale Einaudi – Molari, gli studenti, da giovedì alla ripresa dell’anno scolastico, dovranno depositare, in appositi contenitori, il proprio smartphone per poi ritirarlo solo al termine delle lezioni. Spiega la preside Daniela Massimiliani: «È un regolamento che
il consiglio d’istituto ha approvato qualche anno fa, ma che quest’anno faremo valere con ancor
più forza. Non tollereremo trasgressioni, se non di natura didattica e previa richiesta del docente (…)
Articolo tratto da Corriere di Romagna