Corriere Romagna San Marino: «Smi chiusa, troppe irregolarità» / Rapporto di Banca centrale riservato. Giannini: «Non è problema di liquidità»
SAN MARINO. Irregolarità o forse qualcosa di più: il rapporto di
vigilanza degli ispettori di Banca centrale rimane riservato, ma le
ragioni che hanno portato alla chiusura della storica finanziaria Smi sembrano superare gli eventuali problemi di liquidità.
A farlo capire è il direttore di via del Voltone, Mario Giannini: «Irregolarità, ce ne sono parecchie – poche le parole proferite -, e forse anche problemi di tipo legale, ma non è un problema di liquidità. Di più, non posso dire».
Giannini esclude ad oggi la segnalazione alla magistratura, ma lì
già un’inchiesta relativa agli affari condotti dalla Smi ha lambito il
Palazzo di giustizia con la rogatoria targata Roma sui rapporti tra la
finanziaria del conte Pasquini e il gruppo Amphora.
Il pm Perla Lori indagava sulle ipotesi di riciclaggio, associazione a
delinquere, esercizio abusivo dell’attività finanziaria in Italia.
Collegare i fatti non è ancora possibile, ma di certo era inatteso il
provvedimento di liquidazione coatta emesso da Banca centrale nelle
tarde ore di lunedì. Fondata nel 1984, fu la prima finanziaria a nascere
a San Marino e probabilmente è stata anche quella a gestire la più
ingente massa monetaria. Il clima, per la storica Smi, proprietaria al
10% della Smi bank,
ora commissariata (ma in attesa di essere acquisita da Banca di San
Marino), è cambiato nel 2007 quando il suo presidente Enrico Maria
Pasquini venne indagato a Roma: di lì a poco la pubblicazione dei nomi dei 1.200 correntisti. Il documento, seppur riservato, mise in piazza (dimenticando totalmente il regime di riservatezza) tutti i clienti della finanziaria, seppur non coinvolti nell’inchiesta: l’elenco servì alla Finanza per ulteriori indagini fiscali. (…)
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