Rassegna Stampa – “RESIDENZE DI TIPO ECONOMICO DA RIVEDERE PER EVITARE EFFETTI DISTORSIVI”
La ex maggioranza nel programma del nuovo governo torna sui suoi passi rispetto alle residenze economiche
Proseguendo la lettura e l’analisi del programma di governo, nella prima parte riguardante la sfera istituzionale, il primo capitolo tratta della “Dirigenza e pubblica amministrazione”
Sburocratizzazione della Pa Sarà la volta buona? La riforma del settore pubblico dovrà necessariamente tenere conto dell’Accordo di associazione con l’Ue che implicherà un notevole lavoro per la macchina pubblica. E’ in tale contesto che si inserisce l’obiettivo del governo di miglioramento della Pubblica amministrazione “La riforma progressiva dell’assetto complessivo della PA – si legge infatti nel programma – richiede necessariamente la revisione della legge sulla Dirigenza della Pubblica Amministrazione privilegiando figure a tempo indeterminato per evitare il fenomeno della perdita delle competenze dirigenziali interne alla PA e favorire il reclutamento in settori strategici specifici, sempre attraverso bandi di concorso.
Nel contesto del processo di attuazione dell’Accordo di Associazione, la principale sfida dell’Amministrazione Pubblica sarà quella di una riorganizzazione funzionale tesa ad una maggiore efficienza nel confronto con le omologhe amministrazioni dei Paesi europei. Attraverso la semplificazione normativa, la digitalizzazione e la sburocratizzazione dei processi l’Amministrazione dovrà offrire ai cittadini ed alle imprese servizi più efficienti e maggiormente fruibili dai cittadini. Al fine di migliorare il dialogo saranno messe allo studio ipotesi di risoluzione in via deflattiva del contenzioso anche attraverso la figura del difensore civico”.
Le parole sono le stesse, espresse ormai in diverse forme, di tanti programmi di governo. La parola “sburocratizzazione” si rincorre ormai da diverse legislature, senza però essere mai stata attuata a pieno. Un esempio? La richiesta ossessiva al cittadini di documenti, in maniera ripetitiva, di cui la pubblica amministrazione è già in possesso. Eppure c’è da tempo una norma che prevede che la Pa non debba richiedere all’utente documentazione che ha già in suo possesso, eppure ancora oggi rimane una delle norme evidentemente più disapplicate.
Centrale l’accordo Ue Di certo la parte centrale attorno a cui ruota l’intero programma di governo è quella dei “Rapporti internazionale e accordo di associazione Ue”. Si legge infatti nel programma di governo: “L’Accordo di Associazione con l’Unione Europea, del quale da anni si auspicava il buon esito e per il quale sono state investite molte risorse durante l’ultimo decennio, dopo la conclusione dell’iter negoziale e la produzione di un testo ufficiale, è ora solo in attesa della firma e ratifica. L’implementazione dell’Accordo, che comporterà conseguenze sul piano istituzionale e sul piano delle strutture amministrative, dovrà avere dignità e priorità nell’impegno trasversale di tutto il Governo e dei partiti della Maggioranza, richiedendo ampia condivisione da parte di tutte le forze politiche del Consiglio Grande e Generale. A tal fine, sarà necessario creare gli opportuni coordinamenti all’interno del Congresso di Stato e della Maggioranza, che consentano di avere un confronto continuo ed organico sui vari temi oggetto di implementazione. A livello programmatico la Maggioranza si impegna a dare continuità alla Commissione mista, per una condivisione ampia sull’attuazione dell’Accordo, che coinvolga le forze politiche, le Categorie Datoriali e le Organizzazioni Sindacali. Inoltre, per l’attuazione concreta dell’Accordo sarà opportuno potenziare le diverse articolazioni della PA con la presenza di funzionari con le competenze e gli strumenti necessari per dialogare con le istituzioni europee. A tal proposito sarà fondamentale l’individuazione delle migliori soluzioni organizzative atte a garantire il coordinamento tra il Dipartimento Affari Esteri, la Funzione Pubblica e tutte le Unità Organizzative coinvolte, gruppo di esperti capace di coadiuvare la presenza di enti e aziende sammarinesi ai progetti finanziati dall’Unione Europea, in collaborazione con l’UNIRSM, enti ed associazioni. La Maggioranza si impegna a mantenere fede agli indirizzi espressi dal Consiglio Grande e Generale nella scorsa Legislatura, chiaramente indicati negli Ordini del Giorno che sonostati approvati all’unanimità delle forze politiche attualmente presenti nell’Organismo. In particolare si conferma l’impegno a sostenere i processi di pace anche attraverso un ruolo di mediazione della Repubblica di San Marino”, si legge nel programma di Governo.
Stato di Palestina Quello del riconoscimento dello Stato di Palestina pare essere un tema condiviso dalla maggioranza, dunque non dovrebbero esserci particolari problemi nella discussione, mediazione e approvazione, sul progetto di legge ripresentato recentemente da Rete, per il riconoscimento dello Stato di Palestina, appunto.
Si legge infatti nel programma: “Sarà importante continuare a lavorare per realizzare e concretizzare accordi internazionali utili al nostro Paese, con particolare attenzione ai Paesi dove sono presenti comunità di sammarinesi all’estero, al fine di definire condizioni economico-sociali favorevoli ai nostri cittadini. Il nostro paese ha già mostrato un chiaro indirizzo rispetto al progressivo riconoscimento della Palestina negli organismi internazionali, che si dovrà riflettere anche sul percorso di riconoscimento al nostro interno. A prescindere da queste dinamiche verrà data continuità alle attività di accoglienza e supporto attraverso i corridoi umanitari”. Questo ultimo punto appare molto importante e denota una sensibilità che, trasversalmente e al di là del governo di turno, la comunità sammarinese ha sempre avuto, anche se in passato si sono registrate alcune prese di posizione social che hanno portato anche all’organizzazione di una “marcia contro l’odio” e sono state riscontrate anche da organismi internazionali come Ecri e Commissione Onu contro la discriminazione.
Distorsione delle residenze atipiche e caro alloggi l’opposizione aveva ragione Il programma di governo nella parte dedicata ai rapporti internazionali e all’accordo di Associazione Ue, tratta anche la questione delle residenze atipiche. Il tema è stato al centro della passata legislatura, in particolare sollevato dalle opposizioni per le distorsioni che ha portato nel mercato degli alloggi. Il tema trattato nel programma di governo attesta da un lato, dunque, che sul punto le opposizione avevano ragione; dall’altro evidenzia la disponibilità di tornare sui propri passi laddove le scelte fatte si sono rivelate distorsive.
Si legge infatti: “La Maggioranza è concorde nel dare priorità anche alla riforma complessiva delle residenze, che consentirà di aprire a riflessioni concrete anche per affrontare e dare soluzioni al problema casa. Fatti salvi i casi di natura prettamente sociale (ricongiungimenti, permessi parentali, permessi umanitari, ecc.) assume particolare rilevanza la revisione dei meccanismi concessori delle residenze di tipo economico e professionale rispetto alle quali, occorre una riflessione, tenuto conto dell’Accordo, orientata a concentrare l’attrazione di investitori e professionalità necessarie alla Repubblica senza generare effetti distorsivi sul mercato immobiliare e sul sistema generale dei servizi pubblici. In termini generali, sarà fondamentale continuare ad accrescere la credibilità ed il riconoscimento a livello internazionale, continuando ad evitare pratiche opache, aumentando la trasparenza della nostra amministrazione e le condizioni di legalità. Il passaggio dalla chiusura degli anni 2008-2010 alle aperture e agli accreditamenti internazionali, che oggi si completano con l’Accordo con l’UE, è stato possibile proprio prendendo le distanze dalle politiche che hanno provocato l’isolamento del nostro Paese, sia a livello internazionale, sia con la vicina Italia”, si legge nel programma di governo.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo