Christos Giakomopoulos e Jhon Rigghutt, rispettivamente direttore del servizio di ‘Monitoring’ e segretario esecutivo del Moneyval, ai primi di aprile 2008, hanno comunicato direttamente a Fiorenzo Stolfi, Segretario di Stato per gli Affari Esteri che era a Strasburgo per altre ragioni, l’avvio della procedura di infrazione contro la Repubblica di San Marino per la mancata adozione di misure anti-riciclaggio e contro il finanziamento al terrorismo.
Sul Titano la notizia arrivò come un fulmine a ciel sereno. Benché fin da metà gennaio Stefano Macina, Segretario di Stato alle Finanze, avesse previsto che la
bufera Asset Banca
avrebbe finito per irretire ulteriormente Moneywal, tanto da preconizzare – queste sono state le sue esatte parole- ‘qualche tiratina d’orecchi’.
Da quando Moneyval ha cominciato a richiamare San Marino? Nella prima decade di marzo 2007 . E non è stato un richiamo da poco.
In quell’occasione disse il capo delegazione Livia Stoica Brech: ‘San Marino è il 16esimo paese valutato dal Moneyval, e l’auspicio è che il Paese tenga conto delle nostre raccomandazioni’. Ora si apprende che le raccomandazioni erano precise, numerose, circostanziate. In relazione a un prontuario di 49 punti predisposto dal Gafi (gruppo d’azione finanziaria internazionale), la Repubblica di San Marino aveva ottenuto in 20 casi il giudizio ‘NC’ (non conforme) e negli altri 29 casi il giudizio ‘LC’ (quasi conforme) o ‘PC’ (parzialmente conforme).
Adesso qualcuno dovrà spiegare perché né il precedente governo né il governo attuale si sono messi subito all’opera ad hanno aspettato l’umiliazione