Profonda impressione sta suscitando nella Repubblica di San Marino la notizia dell’arrivo ieri nella sede di Banca Centrale dei Commissari della legge Alberto Buriani e Simon Luca Morsiani, per reperire, fra l’altro, documenti sulla trattativa per licenze bancarie con indagati del Conto Mazzini.
Viene in mente la interpellanza (23 aprile 2014) incentrata sul credito di imposta – decreti legge n.174/2011 (Credito Sammarinese), n.61/2012 (BCS/Asset),
n.72/2013 (ECB/CIS) – presentata dai consiglieri Luca Lazzari indipendente, Luca Santolini (C10) e Roberto Ciavatta (Rete), in cui si chiedeva, fra l’altro: se le concessioni delle banche cedenti [cioè BCS e ECB] siano state annullate o se al
contrario siano state attribuite alle banche cessionarie divenendo così oggetto
di pericolose trattative private al di fuori di ogni controllo pubblico.
Risponde, in Consiglio, in merito, il 4 giugno, il segretario alle Finanze Claudio Felici: la Segreteria in tal senso precisa che la disciplina prevista dalla LISF è
contenuta nell’articolo 10 e 99 della LISF. Ne consegue che una volta svuotata
la banca cedente delle proprie attività e passività, la stessa, sulla quale
permangono sia l’autorizzazione (BCSM) che il nulla osta governativo, diventa
non operativa e quindi la proprietà ha sei mesi di tempo per riattivare
l’attività ovvero per porla in liquidazione ad eccezione del caso in cui, nel
lasso di tempo considerato, non siano state avviate concrete trattative per la
cessione a terzi della banca”.
Al che ha subito risposto Luca Lazzari: “Ricordiamo al Segretario Felici che la politica richiede un linguaggio
accessibile. I vari documenti di carattere finanziario portati dal Segretario
sono fortemente tecnici per rendere la nostra comprensione più difficile (…) Ci riserviamo di fare approfondimenti e trasformiamo l’interpellanza in mozione“
In data 4 giugno Roberto Ciavatta (RETE), Luca Lazzari (indipendente) e Luca Santolini (Civico10)
profondamente insoddisfatti della risposta alla Interpellanza
sul credito d’imposta riconosciuto ad alcune banche, la trasformano in mozione precisando: “ci allarma sapere che le autorizzazioni a operare e i nulla osta rilasciati alle
banche cedenti potrebbero essere al momento oggetto di trattative private, col
grave rischio del ripetersi di gestioni fallimentari e il conseguente danno per
le già disastrate finanze pubbliche e per il sistema nel suo insieme”
La indagine che sta portando avanti il Tribunale paiono essere la conferma dei timori espressi, a suo tempo, dai tre consiglieri.
(da il Resto del Carlino)