SAN MARINO. “La Legge Sviluppo non fa i conti con la realtà e ha resuscitato la vecchia tassa etnica a danno dei lavoratori frontalieri”. I segretari della Federazione Industria CSU replicano alle dichiaraziono rilasciate dal Segretario di Stato al Lavoro e lo invitano “a un maggiore sforzo di realismo e di obiettività”. I quasi 500 nuovi posti di lavoro- rimarcano i sindacalisti- “riguardano in maggior parte manodopera non qualificata, il che senza essere disfattisti o mistificatori ci dice che le aziende hanno tranquillamente aggirato il disincentivo economico previsto dalla legge inquadrando i nuovi assunti con paghe più basse“.
Congiuntura economica internazionale e territoriale positiva
“La disputa tutta numerica sulla Legge Sviluppo- affermano i segretari FLIA-CSU, Enzo Merlini e Paride Neri- rischia davvero di infilarsi in un vicolo cieco che non aiuta a capire la realtà. E per chi la vuole vedere, la realtà ci spiega che siamo un piccolo Paese situato nel cuore geografico di una Regione, l’Emilia-Romagna, che quest’anno si è guadagnata la palma di locomotiva della crescita italiana: Pil e occupazione a livelli tedeschi l’hanno infatti spinta davanti a Lombardia e Veneto. San Marino sta insomma beneficiando degli effetti di una congiuntura economica internazionale e territoriale positiva. E’ poi utile sgombrare il campo dall’idea che una legge, anche la più bella e perfetta, sia in grado di creare posti di lavoro. Non è così: le riforme messe in campo dai Governi possono semmai aiutare, sostenere o frenare la crescita occupazionale o possono influire sulla sua qualità. Succede così in tutto il Mondo e anche San Marino non sfugge a questa regola. Allora è utile sgombrare il campo dall’equivoco , questo sì mistificatorio, che la Legge Sviluppo sia stata l’origine dell’aumento dell’occupazionale di questi ultimi mesi”. (…)
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