“Devono essere chiamati a rispondere, personalmente e in solido, dei danni arrecati all’istituto di credito e, di conseguenza, alla collettività”.
A chiedere azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori dell’ex Banca Cis è Rete.
I depositi presenti in Banca Cis alla data del commissariamento, per 19 milioni di euro, “sono stati trasformati nel capitale sociale, detenuto da Banca Centrale di San Marino, della nuova banca sorta sulle ceneri del Cis”, spiega il movimento di maggioranza in un comunicato.
Lo Stato “andrà ad acquistare le azioni da Bcsm non al valore nominale, ma a quello aggiornato sulla scorta delle eventuali perdite degli ultimi esercizi di bilancio” e, allo stesso tempo, “è stato emesso anche il decreto delegato che va a definire la nuova mission di Banca nazionale sammarinese che prevede la cessazione dell’attività bancaria, ma dovrà gestire gli attivi e passivi attraverso un veicolo di recupero Npl al fine di rimborsare le obbligazioni emesse a fronte dei depositi dei clienti”.
Su Banca nazionale sammarinese “va fatta chiarezza: è necessario comprendere se sono state avviate le azioni di responsabilità verso chi ha mal gestito l’Istituto, elemento fondante della legge sulle risoluzioni bancarie – dichiara infine Rete -; bisogna capire a quanto ammonta il buco in Cis, vanno ricercate le responsabilità di chi ha concesso allegramente i crediti e chi soprattutto non sta pagando”.
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