A San Marino in mostra Rampazzo, Kanevsky, Antonello, le ‘Visioni Contemporanee’ di tre grandi artisti

A San Marino in mostra Rampazzo, Kanevsky, Antonello, le ‘Visioni Contemporanee’ di tre grandi artisti

COMUNICATO STAMPA
 
A SAN MARINO IN MOSTRA LE “VISIONI CONTEMPORANEE”
DI TRE GRANDI ARTISTI
Fino al 30 maggio l’arte eclettica di Giancarlo Rampazzo
si fonde con le immagini oniriche di Alex Kanevsky
e le rappresentazioni gioiose di Franca Antonello
Si chiama “Contemporary Visions” la mostra che fino al 30 maggio presso la Galleria San Marino a Palazzo Arzilli – Contrada Santa Croce, 32 Repubblica di San Marino – vede protagonisti tre grandi artisti contemporanei: Giancarlo Rampazzo (PAT), Alexander Kanevsky e Franca Antonello.
L’esposizione, curata dal Prof. Gianmarco Puntelli, fonde tre stili che corrispondono ad altrettante “visioni contemporanee”, da qui il titolo “Contemporary Visions”: si parte dall’arte figurativa, letteraria, mitologica e fantastica di Kanevsky; artista affermato nel panorama internazionale, Kanevsky ha infatti esposto ad Atene, Berlino e in altre città europee e parteciperà a Expo 2015 con una personale. Si passa poi all’arte gioiosa, vitale, densa di lussureggianti cromie di Franca Antonello, artista padovana che nelle sue opere riproduce, come in una pellicola, la più rara e inaspettata morfologia terrestre e ultraterrena: paesaggi idealizzati, immaginarie inflorescenze, cattedrali e strade trasognate, gondole nel silenzio veneziano, boschi d’incanto e praterie primaverili. Il percorso espositivo continua fino ad approdare alle innovative sperimentazioni materiche di PAT, nome d’arte di Giancarlo Rampazzo, artista padovano che ha fatto dell’eclettismo il suo marchio di fabbrica. PAT vive la pittura come continua ricerca che si basa su una compenetrazione di esperienze, sulle quali s’innestano la sua cultura musicale e la sua attività di musicista, che l’ha visto protagonista di esperienze importanti, prima tra tutte la collaborazione con il noto cantante Toto Cotugno. L’arte di PAT, in tutte le sue declinazioni e varianti, appartiene al filone della Fusion Paint, che consiste nel costruire e assemblare vari materiali che vengono fusi. È proprio la colatura ad originare, modellare e dare forma all’opera, in seguito ritoccata con colori acrilici. La tela, come un’arena aperta, fisica e mentale, è lo spazio musicale dell’azione dell’artista: brulica di segni e intrecci che nel loro dinamismo o nella loro staticità suggeriscono una sensazione, personificano il ricordo o il sogno di un oggetto o di una situazione che non si può possedere ma solo evocare.
In mostra si può seguire il percorso dell’artista a partire dagli esordi quando, a metà degli anni ‘90, realizza opere astratte, a collage e tecnica mista, d’impronta grafica e giocate su tonalità monocrome e chiaroscurali. Qualche anno più tardi, PAT determina il “volto definitivo” della sua arte, sviluppata creando volumi e forme con la stesura di materiali acrilici, poliesteri, siliconati, vetro e legno decorati successivamente con aerografo dando toni e sfumature uniche nel suo genere. Nuove sintesi tra volumi e forme danno vita ai primi cicli, come “Plastiche Emozioni” (2003). In questa prima fase si delinea quella che diverrà la cifra stilistica dell’arte di Rampazzo: il gesto della creazione è parte integrante dell’opera stessa che reca in sé le tracce della pulsione che l’ha generata. Il percorso espositivo testimonia anche la forte carica di innovazione che ha caratterizzato l’arte di Rampazzo negli ultimi tempi: un percorso unico nel suo genere che ha portato l’artista a nuove indagini ed elaborazioni. Esemplare in questo senso il filone “Lune parlanti”, in cui ogni opera crea un dialogo costante tra la realtà e lo spazio surreale trasformando la materia in un corollario di colori e superfici planetari. In “Nuove sperimentazioni” i colori e le fusioni degli esordi si sono evoluti e si fondono con le resine che danno lucentezza ai materiali.
La Fusion Paint si presta ad identificare, nelle sue composizioni globulari e circolari, immagini fantastiche come celesti galassie irraggiungibili, crateri lunari, mari tropicali, ma anche immagini più “terrestri” come le foglie d’autunno o alcune campanule che assorbono i colori della terra, dell’erba e della volta celeste in primavera. L’artista ama inoltre costruire forme a sé stanti, sculture con uno scheletro di plexiglass, decorate sempre tramite la tecnica della Fusion paint.
Il titolo delle opere nasce generalmente a lavoro finito, l’inconscio lavora e la mente razionale dà un nome a ciò che l’emozione suggerisce.

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