Il Commissariamento della Cassa di Risparmio di Rimini (Carim) che pare in tutto o in parte determinato dalla
mancata consegna agli ispettori di Banca d’Italia dei nomi dei clienti del (controllato al 100%) Credito Industriale Sammarinese, indurrà il governo di San Marino a riflettere su come all’esterno è recepita la disponibilità sammarinese alla scambio di informazioni con altri Stati nel settore finanziario.
Ne tratta La Tribuna Sammarinese sotto il titolo: Non è solo il rispetto del segreto bancario che impedisce la trasmissione a terzi di dati sui clienti delle banche
/ Cis-Carim: quei dati non potevano essere trasmessi a
Banca d’Italia. Nessuno ha concesso l’autorizzazione
/La strada della trasparenza è
ancora molto lunga e le leggi
approvate rappresentano solo un
timido inizio. Per questo dal Fmi i
Segretari alle Finanze e Industria
tornano con un ‘pugno di mosche’.
L’articolo conclude così: ‘ Il caso è emblematico anche
in relazione alle scelte
fatte dalla politica: da un lato
viene detto che ormai il
sistema è completamente
permeabile e le informazioni
sono disponibili, dall’altro
invece le leggi in vigore
dicono il contrario.
Questo
aspetto pare non essere
considerato dal governo
che ritiene di avere fatto
quanto necessario ed invece
si è appena incamminato
sulla strada della trasparenza.
Questo il motivo per cui
alla riunione del Fondo Monetario
i Segretari di Stato
alle Finanze e Industria,
sono tornati a casa con un
‘pugno di mosche’. ‘