A un anno dallo scoppio della crisi finanziaria

A un anno dallo scoppio della crisi finanziaria

Un anno fa la crisi

Era esattamente il 15 settembre 2008, all’1.45 del mattino. Dopo 158 anni di storia falliva la banca d’affari americana Lehman Brother. La tempesta finanziaria aveva inizio. A distanza di un anno, solo negli Stati Uniti sono fallite altre 107 banche e l’economia mondiale è andata in tilt. La crisi finanziaria è diventata in fretta crisi economica: dopo le banche chiudono le fabbriche, e la disoccupazione dilaga. Lo scorso luglio in Europa i senzalavoro hanno sfiorato quota 22 milioni, nello stesso mese a San Marino si è registrato il record dei licenziamenti: 336.

L’interrogativo è uno solo: come si esce dalla crisi? “La lezione che dobbiamo imparare da questo sconquasso è che le ricette ultraliberiste che hanno dominato negli ultimi decenni hanno completamente fallito. Il mito del mercato senza regole e l’infallibilità del turbo-capitalismo finanziario sono andati in frantumi”, afferma il segretario CDLS, Marco Beccari. “E’ oramai chiaro a tutti il trucco dell’economia di carta e la necessità di riaffermare il ruolo dell’economia reale e un modello economico ispirato alla responsabilità sociale, capace cioè di non concentrare la ricchezza in mano di pochi, ma garantire un’equa distribuzione dei redditi”.

Insiste Beccari: “Con redditi deboli, l’uscita dalla crisi diventa molto difficile. Non senza fatica, a San Marino qualche prima risposta concreta è arrivata: penso all’aumento degli assegni familiari, fermi dal 2005; alla rivalutazione dell’indennità di disoccupazione e all’ampliamento della cassa integrazione. Al tavolo tripartito ci siamo poi battuti per i rinnovi contrattuali, mettendo al primo posto la tutela delle buste paga dei lavoratori a reddito fisso”.
Ma per il segretario della CDLS non basta. Intanto perché “ci sono i quasi 9 mila lavoratori del settore industriale ancora senza contratto”. “La non-firma dell’Anis al rinnovo contrattuale – afferma – è una scelta che non aiuta l’economia del Paese. Aggiunge difficoltà a difficoltà. Con la ripresa autunnale, mi aspetto dall’associazioni industriali un’assunzione di responsabilità e l’uscita da un isolamento tanto testardo quanto ingiusto”.

Poi le misure-anticrisi sottoscritte al tavolo tripartito, conclude Beccari, devono essere accompagnate da strategie di rilancio economico. “Dobbiamo tornare a parlare di investimenti orientati alla crescita produttiva e occupazionale. Per questo vanno superate in fretta le incognite legate ai rapporti bilaterali con l’Italia, perché anche a San Marino per troppo tempo c’è stato chi ha inseguito l’illusione dell’economia di carta e dei giochi di prestigio finanziari. Forse scommettendo sul tramonto delle fabbriche, degli operai e magari del sindacato”.

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