Aborti di sammarinesi in Italia, il Comitato contrario diffonde i dati Istat

Aborti di sammarinesi in Italia, il Comitato contrario diffonde i dati Istat

In occasione della serata il Teatro del Centro Sociale di Fiorentino, il Comitato Uno di Noi ha presentato “i dati ISTAT delle interruzioni volontarie di gravidanza effettuate nelle province di Forlì-Cesena, Pesaro e Urbino e Rimini da donne residenti nella Repubblica di San Marino negli anni 2005 – 2019. Il dato del 2020 non è ancora disponibile”.

“Rimini fa la parte del leone, con circa il 90% delle interruzioni volontarie delle gravidanze praticate in questa provincia – spiega il comitato in un comunicato stampa -. I dati mostrano che il numero delle interruzioni volontarie di gravidanza delle donne residenti a San Marino nel periodo considerato è sempre stato molto contenuto (intorno alle 20 unità all’anno, spesso sotto), con un unico picco rappresentato dal dato del 2013, con 30 donne che hanno abortito. Netta decrescita dall’anno successivo in poi (sempre sotto le 20 unità), con una ulteriore diminuzione negli anni 2018 (12 unità) e nel 2019 (7 unità). Dunque trend in calo.

Le donne coniugate che hanno praticato l’interruzione volontaria di gravidanza sono più di quelle nubili. Il 10% circa erano donne separate o divorziate.

La maggior parte di queste donne era occupata, con diploma di scuola superiore.

Le donne tra i 35 e i 39 anni sono quelle che hanno maggiormente praticato l’interruzione volontaria della gravidanza, seguite da quelle tra i 30 e i 34 anni. Solo 16 le donne tra i 15 e i 19 anni, a dimostrazione della circostanza che le donne più giovani sanno gestire la tematica delle gravidanze indesiderate meglio di quelle adulte, per le quali non dovrebbe certo porsi il problema della educazione sessuale o dei metodi anticoncezionali, se non altro in ragione dell’età.

La maggior parte delle donne ha praticato solo una interruzione volontaria di gravidanza e la quasi totalità entro i 90 giorni, l’aborto è stata quindi di fatto utilizzato come un metodo anticoncezionale … seppur in ritardo. E quasi tutte lo hanno fatto in day hospital.

Cogliamo l’occasione per ringraziare l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXII e le donne che hanno voluto portare la loro testimonianza in favore della vita nascente.

Nell’incontro – conclude la nota – è emerso in particolare come sia importante offrire occasioni di condivisione e aiuto a chi si trova da sola in situazioni di difficoltà e sta decidendo se praticare o meno l’interruzione volontaria della gravidanza. Questo molte volte salva la vita del bambino”.

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