Adriano Bonafede, La Repubblica. Clarizia: “San Marino fa pulizia con Bankitalia intesa perfetta”

Adriano Bonafede, La Repubblica. Clarizia: “San Marino fa pulizia con Bankitalia intesa perfetta”

La Repubblica.

Clarizia: “San Marino fa pulizia con Bankitalia intesa perfetta”

 Il presidente della Banca Centrale della piccola repubblica fa un primo bilancio, a due anni dalla nomina, sulla normalizzazione della finanza: “hanno chiuso 29 delle 48 finanziarie”

Adriano Bonafede

Roma «Stiamo andando verso la normalizzazione del sistema finanziario di San Marino, anche se rimangono molte cose da fare. Ma tra le difficoltà ancora da superare non c’è certamente, come sostiene qualcuno, quella di non aver sottoscritto un “memorandum d’intesa” con la Banca d’Italia, con la quale c’è invece una perfetta intesa». Renato Clarizia, noto avvocato e professore universitario nominato poco meno di due anni fa presidente della Banca Centrale di San Marino, fa un primo bilancio della sua esperienza volta a riportare il sistema finanziario di San Marino (minato – com’è emerso da varie indagini – anche da infiltrazioni malavitose) a una regolarità di funzionamento. I dati di fatto sono sotto gli occhi di tutti. Il numero totale di banche, finanziarie e fiduciarie, compagnie di assicurazione, società d’investimento ed sgr è passato in questo periodo da 64 a 37. Molte di queste società hanno chiuso per mancanza dei requisiti, altre sono state messe in liquidazione coatta. È soprattutto sulle finanziarie che si è abbattuta la spada del rigore brandita dalla Banca Centrale di San Marino: sono infatti scese da 48 a 21. Mentre delle 12 banche si è scesi a 11. Il numero dei soggetti finanziari, lascia intendere Clarizia, potrebbe ancora scendere. «Comunque sarà il mercato – dice – a stabilire quale sarà il numero di soggetti di questo tipo che resterà stabilmente operativo nel rispetto di leggi

e regolamenti ». Quello che Clarizia rivendica sono i passi fatti nella direzione della ricostruzione di un sistema finanziario sano. «Anche se non bisogna mai dimenticare che la banca centrale può fare la sua parte di organo tecnico ma non può decidere la politica finanziaria di San Marino, che è prerogativa del governo e dello Stato ». Certo è che San Marino partiva da lontano. Il suo sistema finanziario non era certo un modello nel mondo, permeabile com’era al riciclaggio dei capitali. Una giostra senza regole dove tutto poteva accadere, con conflitti d’interesse inauditi in altri paesi (ad esempio sindaci della banca centrale presenti anche in collegi sindacali di finanziarie) e quelli che si sono poi rivelati reati veri e propri. L’elenco di queste “stranezze” è lungo. Intanto solo nel 2010 ha avuto inizio – su richiesta dell’Fmi – una vera autonomia per la banca centrale. Prima ogni sua decisione doveva avere l’approvazione o del Congresso (il governo) o del Consiglio Grande (il parlamento). Anche dal punto di vista della giustizia c’è qualcosa di diverso dagli altri paesi. C’è infatti un “tribunale unico”, senza distinzione tra penale e civile. Ma manca la polizia giudiziaria. «In questi anni – dice Clarizia – a supportare i magistrati nei reati finanziari, sono stati gli ispettori della Banca Centrale e quelli dell’Agenzia intermediazione finanziaria » (che si occupa di antiriciclaggio, NdR). Inoltre, soltanto nel 2011 è stato introdotto un regolamento per le società finanziarie, mentre sono stati fatti altri interventi sulle fiduciarie. E, soprattutto, è stato abolito il segreto bancario, cosa piuttosto inaudita da queste parti. L’azione della Banca centrale, in queste condizioni, è stata vissuta come una “punizione” da parte di alcuni sanmarinesi. Ma non bisogna dimenticare il punto di partenza. Nel 2010, quando alla Banca centrale arrivano Clarizia (presidente), Giannini (direttore generale) e Gumina (capo della vigilanza dal 2011) trovano un paese che era nella black list italiana, con l’ostilità dell’allora ministro del Tesoro, Giulio Tremonti. Molte banche e finanziarie non erano mai state sottoposte a ispezioni. «Non c’è mai stato alcun intento punitivo – spiega Clarizia – se però i comportamenti vanno al di fuori delle leggi occorre intervenire ». L’ultima polemica sulla banca centrale – acuita in questa fase dalla prossima tornata elettorale politica di ottobre – riguarda la mancata approvazione del cosiddetto “memorandum d’intesa” con la Banca d’Italia. «Ma con il Governatore Ignazio Visco – dice Clarizia – abbiamo convenuto sul fatto che di fatto esiste già all’interno del recente accordo contro la doppia imposizione firmato da Italia e San Marino. Abbiamo quindi deciso, insieme, di discutere su tavoli concreti, ad esempio sulla normativa antiriciclaggio o sulla realizzazione di una centrale rischi. C’è la massima disponibilità da parte della Banca d’Italia, disponibilità di cui dobbiamo approfittare».

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