Agenda 21, Il 20% di raccolta differenziata: un indicatore del nostro grado di civiltà

Agenda 21, Il 20% di raccolta differenziata: un indicatore del nostro grado di civiltà

In questo ultimo periodo si è parlato molto del problema rifiuti specialmente dopo l’impossibilità di continuare a conferirli a Sogliano, ma forse non si è detto abbastanza e crediamo di dover aggiungere ancora qualcosa.

Le rassicurazioni da parte dei segretari competenti non ci convincono perché si stanno facendo azioni scoordinate senza un progetto generale che le preveda e implementi concretamente il metodo “Rifiuti Zero”. Non ci convincono anche perché ci saremmo aspettati almeno venissero riconosciute le responsabilità.

Da anni abbiamo una percentuale della raccolta differenziata ferma attorno al 20% ma ora, a seguito dei vincoli Italiani, dobbiamo per forza differenziare. Il sistema paese non è stato in grado di trovare al suo interno le misure per affrontare correttamente la gestione rifiuti c’è stato bisogno dell’imposizione dall’esterno. Ancora una volta abbiamo subito una effettiva limitazione di sovranità per nostra carenza.

Come è stato possibile che per molti anni mentre in Emilia Romagna la percentuale di raccolta differenziata superava il 45% e in diversi comuni italiani era oltre l’85%, da noi non abbia mai raggiunto il 25%?

Come è stato possibile ignorare la direttiva europea del 2008 che stabiliva il limite minimo del 65% di raccolta differenziata entro il 2012? Come è stato possibile che nessuno si sia accorto dello spreco economico dovuto a questa pessima gestione? Facendo un’analisi dei costi, si può stimare che solo negli ultimi quattro anni il non aver raggiunto neanche il livello dell’Emilia Romagna ci sia costato circa 1,6 milioni di €, e ora dovremo pagare ancora di più per portare la nostra spazzatura a Ravenna. Come valutare i danni d’immagine e quelli ambientali? Dov’è la responsabilità di tutto questo? I dati erano noti ma non c’è stato un sistema di controllo in grado di forzare il cambiamento. Per la verità diverse associazioni tra cui il CA21, da anni stanno sollevando il problema ma senza essere ascoltate.

Ora è giunto il momento di cambiare, il momento di scegliere la strada giusta e intervenire prontamente in modo coordinato.

Le numerose esperienze positive in Italia ci dicono che attualmente il migliore e più completo approccio al trattamento dei rifiuti è quello così detto “Rifiuti Zero” proprio perché ha come obiettivo la diminuzione graduale e continua dei rifiuti, in particolare della quota indifferenziata, e perché attraverso la raccolta porta a porta coinvolge nel processo i cittadini, li educa capillarmente e li responsabilizza.

Bisogna che il Congresso di Stato metta in campo prima possibile atti concreti per avviare tale sistema e, per evitare perdita di tempo e di risorse, faccia redigere in tempi brevi un progetto concreto esecutivo che preveda tutto il necessario per attuarne tutti i dieci punti.

Il CA21 è sempre a disposizione per fornire la collaborazione che ci verrà chiesta.
Anche questa esperienza ci insegna che se vogliamo recuperare la nostra effettiva autonomia dobbiamo essere virtuosi e perseguire la qualità che non può escludere la sostenibilità nei suoi diversi aspetti. Diventare un esempio positivo di paese sarà faticoso ma è l’unico modo per garantirci un futuro e la più ampia autonomia.

 

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