Agenzia delle entrate sulle residenze fittizie

Agenzia delle entrate sulle residenze fittizie

Residenze estere fittizie ai raggi X

Recuperati 140milioni di euro d’imposta a fronte di 100 controlli

S’intensifica nel 2008 l’attenzione dell’Amministrazione finanziaria sulle residenze
estere fittizie dei contribuenti. Questa specifica attività di controllo, rilanciata infatti
dalla manovra estiva – decreto legge n. 112/2008 – nei confronti delle persone fisiche e
non soltanto delle società, ha già assicurato risultati utili per tracciare le linee d’un
primo bilancio dell’operazione sull’anno in corso.

Recuperati 140milioni di euro nel 2008– L’attività d’indagine condotta dall’Agenzia
delle Entrate nel corso del 2008, in alcuni casi svolta in collaborazione con la Guardia di
Finanza, ha infatti permesso di accertare, sulla base di numerosi elementi di prova, che i
contribuenti oggetto dell’investigazione, in gran parte personaggi appartenenti al mondo
dello spettacolo e imprenditori, pur avendo la residenza anagrafica in diversi Paesi
esteri, alcuni dei quali a fiscalità privilegiata, hanno comunque mantenuto i rispettivi
interessi effettivi economico-patrimoniali in Italia dove quindi avrebbero dovuto
dichiarare puntualmente i propri guadagni e, a seguire, versare le imposte dovute. In
dettaglio, gli accertamenti notificati hanno consentito di recuperare maggiori imposte,
oltre a sanzioni e interessi per gli anni compresi dal 2001 al 2005, per un ammontare
complessivo di oltre 140.000.000 di euro. Un dato questo che rileva l’accelerazione
delle attività di controllo indirizzate dall’Agenzia delle Entrate sul fronte delle finte
residenze estere.

Banche dati e Internet al servizio delle indagini fiscali – Gli accertamenti condotti
nel corso del 2008 sono stati supportati da approfondite istruttorie, attraverso la raccolta
di informazioni e notizie provenienti sia dall’utilizzazione di sistemi informatici, di
banche dati e di ricerche sui siti Internet, sia dall’effettuazione di numerosi accessi con
richieste di dati e documenti a società ed enti che hanno intrattenuto rapporti economici
e professionali con i contribuenti accertati o con soggetti comunque a loro riconducibili.
Il risultato è che l’attività di indagine fiscale, svolta di concerto tra la Direzioni
Regionali e gli Uffici locali, ha permesso di accertare, sulla base di numerosi elementi
di prova, che i contribuenti, pur avendo residenza anagrafica in paesi esteri alcuni dei
quali a fiscalità privilegiata, hanno comunque mantenuto i propri interessi economici e
personali in Italia dove avrebbero dovuto, pertanto, dichiarare i propri proventi.

Anche gli affetti familiari contano – La lunga permanenza in località italiane,
dimostrata dai viaggi aerei di rientro dall’estero, la partecipazione a concerti, sfilate di
moda, eventi mondani tenuti in diverse città italiane, la frequente apparizione in
trasmissioni televisive nazionali, oltre che vari contratti stipulati con case discografiche
e compagnie assicurative italiane hanno contribuito a dimostrare la fittizietà delle
residenze estere, confermata per alcuni anche dalla presenza in Italia degli affetti
familiari, circostanze che hanno evidenziato “la volontà” dei personaggi in questione di
conservare in Italia i propri interessi economici, professionali e sociali e che, come
l’Agenzia delle Entrate ha più volte ribadito, rappresentano indicatori significativi per
l’identificazione della effettiva residenza fiscale.

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