Angelica Bezziccari – L’informazione di San Marino: La soluzione geniale

Angelica Bezziccari – L’informazione di San Marino: La soluzione geniale

L’informazione di San Marino

La soluzione geniale

Angelica Bezziccari

Il crowdfunding è un termine
inglese che indica una raccolta
fondi, fatta soprattutto tramite internet,
da parte di privati cittadini
per finanziare piccole attività di
natura culturale o sociale che altrimenti
non avrebbero le risorse
economiche sufficienti per sostenersi.
Nel mare magnum del web però
non tutti quelli che chiedono soldi
li ricevono, sarebbe troppo facile.
Emergono solo i progetti più validi
o meritevoli.

Il progetto di Gabriele Gatti doveva essere veramente meritevole per qualcuno, se egli è riuscito, come lui stesso ha dichiarato ai magistrati, a raccogliere “all’incirca un centinaio di milioni di lire da alcuni imprenditori e professionisti sammarinesi che mi riconoscevano piccoli contributi per sostenere la mia attività politica”.

Un uomo che certamente ha anticipato i tempi, Gatti, che dal 1986 al 1989 riusciva a raccogliere così tanto denaro, per l’epoca, per la sua attività. Politica, dice. Ma i fondi per l’attività politica non sono dati dallo Stato tramite i contributi dei cittadini, tramite le tasse? Da quando si finanzia un politico ad personam? Da quando è legale farlo? Vogliamo dare una più simpatica definizione di corruzione chiamandola “crowdfunding politico”? Diamogliela. E quanti, quanti benefattori, se i contributi erano “piccoli”! Ma nel crowfunding, che arrivino accreditati 1 euro o 100 euro, qualche avviso di contribuzione arriva. Arriva un’email. Una notifica.

Nel crowdfunding politico invece pare che ci si dimentichi di aver ricevuto del denaro e che un avvocato gestisca i fondi, concessi di volta in volta, come la mamma fa con la paghetta del pargolo. Una paghetta – dichiarata – di cento milioni di lire. Ve lo immaginate? “Oggi cinque milioni, perché sei stato bravo in Congresso di Stato. Non spenderli tutti in caramelle però”. “Avrò ricevuto all’incirca un centinaio
di milioni di lire – continua
Gatti – non sapendoli gestire li
affidai all’avv. Nicolini (Marino,
ndr.) che di volta in volta me li
dava in base alle mie necessità;
non ricordo come Nicolini mi gestisse
questi fondi e non rammentavo
che avesse aperto un libretto;
la quasi totalità dei contributi
mi pervenne per tramite dell’avv.
Nicolini, non so come Nicolini
si curasse di raccogliere questi
fondi”.

Dunque, ricapitolando,
un politico riceve fondi per cento
milioni di lire per la sua attività
politica gestiti da un avvocato.
Il politico afferma di non sapere
come l’avvocato gestisse i fondi,
come li raccogliesse, e afferma di
essersi dimenticato che esistesse
un libretto, pieno di milioni e
milioni di lire.

Nel crowdfunding
il donatore delle risorse economiche
è palese, perché chiaramente
lo si vuole ringraziare, perché
egli stesso si aspetta almeno un
“grazie” dal beneficiario o almeno
una copia del libro che si andrà
a stampare o del cd che si andrà a
produrre.

In questo caso invece, il beneficiario
è totalmente inconsapevole dei
nomi dei benefattori: “Non sapevo
neppure chi fossero le persone
che fornissero i contributi”.
Eccola, la “soluzione geniale”,
così come definita dal giudice
Emiliani nella sentenza di terza istanza. Già, perché come si può
riuscire a non trasudare un filo di
ironia, una battuta, un moto d’animo,
un microscopico sussulto di
fronte a una così enorme presa
in giro di tutti i cittadini sammarinesi
e dei pubblici ufficiali che
seguono la vicenda?

Storielle a parte, risate a parte, si
cerca di sdrammatizzare qualcosa
che ha dei contorni tragici e allo
stesso tempo farseschi: il fatto che
si pretenda che l’operaio creda a
tutto questo, che la casalinga o lo
studente, insomma che il popolo
creda a tutto questo, ovvero che
un politico riceva illegittimamente
soldi a sua insaputa, che non li
gestisca, che se li dimentichi.

Le prese in giro dopo un po’ irritano,
non è vero? Irritano perché
con ironia vanno a toccare
un punto scoperto, e lo scopo
dell’ironia è proprio quello di alterare
paradossalmente la vera
natura degli accadimenti allo scopo
di sottolineare la realtà di un
fatto. L’ironia tragica invece, nel
teatro greco antico, era il presagio
della catastrofe, che sembra essere
contenuto nelle parole, dette senza
intenzione, di un personaggio.

Qui alla catastrofe pare di esserci
già arrivati, anche se poi è anche
vero che una volta fatte le macerie
non possiamo che ricostruire.
I sammarinesi sono arrivati a
questo punto della storia. Senza
dimenticarsi, però, che quegli
“imprenditori e professionisti
sammarinesi” di cui per il momento
solo di alcuni si conosce
l’identità, che sicuramente per
finanziare il crowdfunding politico
hanno ricevuto qualche bel
beneficio, sono tra noi.

E’ grazie a
loro che certi politici sono potuti
sopravvivere, e essi sono proprio
quelli che ora stanno leggendo le
righe di questo articolo, che magari
si indignano pubblicamente
in pausa caffé, che vanno alle
cene di beneficenza, che promuovono
iniziative culturali.
La catastrofe non arriva per colpa
di una singola persona, arriva anche
grazie ai finanziatori, a tutte
le mamme che danno le paghette,
a chi si occupa degli interessi
personali illeciti sfruttando la collettività,
affossando quindi una
comunità.

Si avesse almeno la decenza,
d’ora in poi, di chiamare le
cose con il loro nome, di usare un
lessico e una terminologia appropriati,
e anche di non mischiare la
politica con la religione chiamando
“cristiano” un partito che di
cristiano ha poco o niente.

“Ma va a finire che uno

prima o poi ci piglia gusto

e con la scusa di Dio tira fuori


tutto quello che gli sembra giusto”.
(Giorgio Gaber, Io se fossi Dio)

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