Anis: patrimoniale, riforma tributaria, iva

Anis: patrimoniale, riforma tributaria, iva

La riforma tributaria deve mettere fisco e cittadini su un piano “alto”
per ingenerare un vero rapporto virtuoso
Ma va affiancata dall’introduzione dell’IVA. E poi servono investimenti e soprattutto i tagli agli sprechi
L’Associazione dell’Industria Sammarinese continua a cercare di costruire un dialogo serio e coerente. E cerca di perseverare nel raggiungimento, quasi con cocciutaggine, di quelle convergenze indispensabili allo sviluppo del Paese.
Il testo della riforma tributaria, che andrà in Consiglio Grande e Generale per il primo passaggio la prossima settimana,  è stato modificato solo in piccola parte negli aspetti normativi generali rispetto quello presentato nella precedente Legislatura, ma in maniera considerevole nella sua sostanza. In particolare nell’ammontare delle tasse che i cittadini sono chiamati a pagare, ma anche un passo indietro per quanto concerne gli accertamenti di taluni redditi.
ANIS ritiene che ci sia un concetto di fondo a cui non si possa rinunciare attorno al quale l’intera riforma tributaria dovrà ruotare: il fisco e i cittadini devono essere posti entrambi su un piano “alto” di collaborazione, per creare un rapporto virtuoso in cui tutti paghino in base ai loro effettivi redditi.  La riforma poi dovrà essere affiancata, senza indugi , dall’introduzione dell’IVA, che una volta in vigore porterà indubbi benefici all’erario sammarinese. E’ un passaggio culturale notevole e dobbiamo essere onesti, fino a qualche anno fa nessun paese si poteva permettere un prelievo fiscale “irrisorio” come la nostra Repubblica.
Ma la “doppia” riforma tributaria è soltanto uno dei tasselli fondamentali che devono essere varati.  Non è più accettabile infatti che si chiedano sacrifici importanti ai cittadini e alle imprese mentre lo Stato continua a sprecare. I tagli alia spesa sono ineludibili, e devono essere più significativi di quelli ipotizzati dal Governo, sia perché gli introiti dello Stato continuano a registrare un calo, sia perché con l’entrata in vigore dell’accordo contro le doppie imposizioni alcune verranno meno. Un esempio su tutti la disparità nel trattamento retributivo tra dipendenti pubblici e privati, con una forbice di un quarto, oltre il 25%, in favore dei primi. Il terzo punto su cui si dovrà intervenire con coraggio è invece l’impegno per creare nuova economia, gli investimenti per un vero sviluppo. Solo con queste tre azioni (la riforma delle imposte dirette e indirette, il taglio ai costi della macchina pubblica e gli investimenti), coordinate tra loro, il bilancio pubblico si potrà ancora sostenere negli anni. Ma se queste tre azioni non saranno rapide e coordinate, il nostro Paese rischierà di avvitarsi in una crisi senza fine.
Le rivendicazioni di parte, anche le nostre, devono passare in secondo piano. Perché oggi dobbiamo promuovere le priorità di interesse comune: l’impresa, il lavoro e lo sviluppo, risorse fondamentali per cercare di mantenere un adeguato stato sociale.
Abbiamo un progetto per San Marino, un tavolo aperto per la discussione. Dunque cerchiamo con realismo e consapevolezza – pesando le parole e i pensieri – l’azione più corretta per il bene comune, che è costituito dal nostro Paese.
Un’ultima riflessione sulla patrimoniale, purtroppo approvata dal Consiglio Grande e Generale. Si tratta di una tassa iniqua e depressiva che penalizza le imprese in difficoltà. La patrimoniale va a gravare in particolare sui patrimoni immobiliari, che più di altri sono penalizzati . E invece per ANIS questo settore andrebbe aiutato quale motore per far ripartire l’economia.
ANIS
San Marino, 18 luglio 2013

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