L’anonimato societario nella Repubblica di San Marino, così come continua ad essere utilizzato dal sottobosco politico affaristico con la complicità manifesta dei governanti di turno, sta recando un danno enorme al Paese.
Anzitutto contribuisce alla devastazione del territorio attraverso il proliferare delle società immobiliari (fino a 60 rilasciate in una sola seduta del Congresso di Stato) che hanno consentito e consentono a capitali anche di dubbia provenienza di emergere attraverso il mattone (meglio dire cemento) non solo in territorio sammarinese ma anche fuori, con ovvia preoccupazione, anche della GdF e della Dia.
Dietro il paravento dell’anonimato hanno agito i Pirati della Finanza che, eletto loro covo la Repubblica, sono arrivati a sottrarre – quasi 20milioni di euro?- all’erario statale.
Ora pare che i governanti sammarinesi siano decisi a intervenire: non è più possibile reggere la crescente pressione esterna esercitata, in proposito, e da Roma e da Strasburgo.
La Banca Centrale della Repubblica di San Marino ha cominciato con lo stabilire nuove norme in caso di rilascio di nuove finanziarie: ‘ rilascerà il proprio parere favorevole unicamente a progetti che presentino una compagine azionaria composta da persone fisiche e/o da persone giuridiche che, per ubicazione della sede legale, forma giuridica, oggetto sociale o assetto proprietario, non risultino di ostacolo alla costante conoscibilità degli assetti proprietari effettivi da parte dell’Autorità di Vigilanza sammarinese.‘ Insomma pare che, in campo finanziario, società aventi forma anonima non saranno ‘più ritenute compatibili con un efficace esercizio della vigilanza sugli assetti proprietari dei soggetti autorizzati ‘.