Antonio Fabbri – L’informazione: Delta-Carisp assoluzione a Bologna

Antonio Fabbri – L’informazione: Delta-Carisp assoluzione a Bologna

L’informazione di San Marino

Delta-Carisp assoluzione a Bologna

Prosciolti Stanzani, Ghiotti e Renzi. In quella tranche del procedimento l’accusa era di evasione fiscale, decaduta perché “il fatto non previsto dalla legge come reato”

Antonio Fabbri

Il filone della vicenda Delta-Carisp che era finito al tribunale di Bologna, si chiude con una assoluzione per i manager del Gruppo Delta e Cassa di Risparmio sui quali pendeva l’accusa di evasione fiscale per importi milionari. Il tribunale di Bologna,
prima sezione penale
nella persona del giudice
Aldo Resta, ha dunque
pronuinciato sentenza di
assoluzione “di tutti gli
imputati dai reati loro
ascritti” con la formula:
“perché il fatto non è
previsto dalla legge come
reato”.
Prosciolti dunque Paola
Stanzani, Gilberto Ghiotti
e Vladimiro Renzi, oltre
a Bruno Inzitari, Andrea
Magri, Arnaldo Furlotti,
Paolo De Marco, Fabrizio
Nannotti e Domenico Federici
Zuccolini

Il fatto. Tra le accuse contestate dall’allora Pm di Forlì, Fabio di Vizio quando scattò l’inchiesta nel 2008, c’era anche quella di esercizio abusivo dell’attività bancaria. Essendo tale attività considerata dall’accusa, appunto, abusiva, questo comportava che le spese del gruppo non fossero detraibili dalle imposte. Circostanza, questa, che aveva fatto scattare l’evasione fiscale e la sanzione da parte dell’Agenzia delle Entrate, tanto che Delta e Cassa, su impulso dei commissari di Bankitalia, versarono circa 65milioni di euro al fisco italiano.

Normativa cambiata. Ad oggi, però, la normativa italiana è cambiata. E come è cambiata? In sostanza oggi la norma prevede che, a prescindere dal fatto che l’attività sia autorizzata o meno – circostanza che dovrà essere valutata nel procedimento parallelo oggi di stanza presso il tribunale di Rimini, ma che potrebbe tornare di nuovo a Forlì – se i costi sostenuti sono reali, dimostrati e accertati, come lo sono nel caso di Delta-Carisp, questi sono comunque deducibili. Quindi quei 65milioni pagati allora, oggi non sarebbero più da pagare, il reato di evasione non scatterebbe più e gli amministratori non sarebbero, e di fatto non sono, più penalmente perseguibili. 

Ecco, dunque, il motivo
dell’assoluzione perché
“il fatto non è previsto
dalla legge come reato”.

Ora resta da capire se,
in funzione di questa assoluzione
e della nuova
normativa, il gruppo Delta-
Cassa possa vantare
la restituzione di quanto
aveva pagato all’Agenzia
delle Entrate. Difficile a
dirsi e, probabilmente,
anche a farsi.

Istituzioni
disinteressate

Sta di fatto, però, che una
domanda nasce spontanea:
in quanti dalle istituzioni
sammarinesi, però,
si stanno interessando a
questa vicenda?
A quanto pare nessuno,
se non per sentito dire
e, troppo spesso, dando
credito ad informazioni
fuorvianti.
Dalle istituzioni sammarinesi
la vicenda giudiziaria
ancora in piedi,
insomma, pare ignorata e
non è seguita in maniera
diretta. Pare ci si sia accontentati,
ormai, della
Commissione di inchiesta
parlamentare sul caso
Delta-Carisp-Sopaf e
con quella ci si sia messi
il cuore in pace.

In realtà, anche in considerazione
del fatto che
la partecipazione dello
Stato in Carisp, come
noto, è sempre maggiore
viste le ricapitalizzazioni
effettuate e quelle in
programma, forse non sarebbe
fuori luogo seguire
la vicenda giudiziaria e i
suoi risvolti da vicino e
anche dal punto di vista
istituzionale.

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