Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Autorita’ di controllo impegnate a non intervenire per l’affectio verso esponenti del gruppo criminale

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Autorita’ di controllo impegnate a non intervenire per l’affectio verso esponenti del gruppo criminale

 L’informazione di San Marino

Nella parte dell’ordinanza
che ha ri-arrestato Podeschi in cui si parla di Bcsm, si rilevano verifiche
dagli esiti pilotati 

Autorita’ di controllo impegnate a non
intervenire per l’affectio verso esponenti del gruppo criminale

Tra le carte sequestrate meticolosi appunti di Stolfi sul sistema
clientelare che ha consentito scatti di carriera, assunzioni, trasferimenti di
comodo

Antonio Fabbri

 

Autorità di controllo che non intervengono o intervengono per finta. In
passato e fino ad oggi. E’ questo che dice la nuova
ordinanza
che ha accompagnato il ri-arresto di Claudio
Podeschi e Biljana Baruca
.

E lo afferma nella parte dedicata al ruolo di Banca centrale, che al
momento sul punto non è intervenuta, e che gli inquirenti ritengono abbia fatto
da “assistente collaterale” del gruppo criminale, addirittura adoperandosi – è
il caso dei famosi 7 miliardi di dollari – per fare da apripista al flusso di
denaro
.

Una “sponda”
che Via del Voltone avrebbe fatto, secondo gliinquirenti, alle spregiudicate
attività della contestata associazione a delinquere.

Viene citato, dunque, il caso
dei 7 miliardi di dollari che dovevano
arrivare dal Giappone
in una banca sammarinese. I
magistrati rilevano che i vertici
di Banca Centrale non hanno
preso le distanze da questa operazione,
ma l’hanno sostenuta e
alcuni esponenti dell’Autorità
di vigilanza si sono adoperati per aprire all’imponente transazione
di denaro che faceva
gola ad alcuni politici e a
qualche banchiere con pochi
scrupoli. Gli inquirenti rilevano
che gli stessi vertici degli organismi
che avrebbero dovuto
controllare hanno partecipato
all’iniziativa, cercando contatti
e informazioni per non perdere
l’affare. Affare che, come poi
è emerso, è sfumato dopo le
recenti perquisizioni in Banca
centrale.
Su questo anche nella politica si comincia a dire qualcosa, e
iniziano ad arrivare anche dalla
maggioranza delle posizioni
molto critiche e determinate
(vedi sotto).
L’ordinanza riporta una frase
emblematica riferendosi, appunto,
a Bcsm: “Proprio l’affectio
degli apparati verso gli
esponenti del gruppo criminale
spiega perché le autorità di
controllo, per anni, sono state
impegnate a non intervenire, o
ad intervenire pro forma, con
esiti pilotati in modo da nonperturbare lo status quo”.
Gli appunti del clientelismo
I magistrati parlano di un
potere criminale ampio della
contestata associazione a delinquere,
con capacità di penetrazione
nelle istituzioni, non
per un semplice malcostume
clientelare, ma per la sistematica
disponibilità dal politico a
condizionare nomine, carriere
e trasferimenti per chi teneva
fede all’impegno di non sovvertire
il potere costituito. La
sottomissione clientelare, la cui vittima sacrificale è stata
il merito, si è fatta sistema ed
ha garantito alla contestata
associazione a delinquere di
controllare pressoché tutti gli
ambiti. Questo di fatto dicono
i magistrati che nelle numerose
carte sequestrate, rilevano
come fossero puntigliosi e
ordinati gli appunti scritti da
Fiorenzo Stolfi. Appunti che
mostrano come fossero tanti
coloro che quotidianamente
cercavano il favore del politico.
Secondo gli inquirenti
l’attività del gruppo criminale
ha così metodicamente smantellato
i criteri meritocratici
disponendo nomine, accelerando
carriere e rendendo
così pubblici funzionari e
rappresentanti delle cosiddette
autorità indipendenti – come,
ad esempio Banca Centrale –
più sensibili a compiacere il
politico, anziché mantenere
l’indipendenza istituzionale. In
questo, secondo la magistratura,
affonda per buona parte le
proprie radici anche l’attuale
crisi di efficienza della pubblica
amministrazione.
Gli appunti dell’affarismo
L’ordinanza che ha ri-arrestato
Podeschi si sofferma anche
sulle carte, gli appunti e i documenti
sequestrati proprio
all’ex Segretario di Stato alla
sanità. Molte carte, ma la totale
assenza di riflessioni politiche.
In quei documenti si parla solo
di affari. Illeciti, dicono gli inquirenti.
Per questo la centralità
assunta da Podeschi nel quadro
politico viene spiegata dai
magistrati con la sua affidabilità
nel mantenere gli impegni
presi con gli altri esponenti del
gruppo criminale. I magistrati,
per questo motivo, lo indicano,
parallelamente a Giuseppe
Roberti, come il gestore delle
manovre spartitorie tra gli appartenenti
al gruppo. L’attività
della famigerata Fondazione
per la promozione economica
e finanziaria è per la magistratura
la prova di questa distribuzione
di fette della torta.

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