Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Avvocati di Podeschi strategia difensiva per ora isolata

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Avvocati di Podeschi strategia difensiva per ora isolata

 L’informazione di San Marino

Avvocati di Podeschi strategia difensiva per ora isolata

Antonio Fabbri –

SAN MARINO. La strategia difensiva degli avvocati di Claudio Podeschi, Massimiliano Annetta, Stefano Pagliai e Achille Campagna, non pare al momento condivisa dagli altri numerosi legali, sammarinesi e non, che difendono gli altri imputati e indagati nei procedimenti legati alla tangentopoli sammarinese-conto Mazzini. Nessun commento o condivisione della difesa dal processo portata avanti dai legali Fiorentini è infatti arrivata dalle altre toghe. Almeno fino ad oggi. I legali sostengono che le prove che hanno portato ribalterebbero le accuse della seconda ordinanza di custodia cautelare per la quale sono ancora in carcere Podeschi e Baruca e lamentano di non averle potute produrre in terza istanza. 

Tra queste un decreto di
archiviazione svizzero,
archiviazione a quanto
si sa per insufficienza di prove. Prove che,
invece, evidentemente
ci sarebbero sul Titano
dove le indagini stanno
andando avanti.

Comunque, se da un
lato i legali lamentano
che i propri assistiti
non vengono ascoltati e
fatti uscire dal carcere,
per contro, l’ultimo
atto da loro fatto,
quello dell’eccezione di
costituzionalità, è parso
più una mossa per farceli
restare in carcere i propri
assistiti, anziché farli
uscire. Anche perché
il fatto che il giudizio
di Terza istanza sia un
giudizio di legittimità
è noto.

La battaglia dei
legali prende le mosse da
una precedente decisione
del giudice Emiliani
secondo la quale si
afferma che possono
essere valutate le prove
presenti nel fascicolo ai
fini del giudizio di Terza
istanza di legittimità
della misura. Questo ha mosso le rimostranze in
particolare dell’avvocato
Pagliai e la sua, per
ora poco incisiva,
campagna mediatica
portata avanti attraverso
il sito di Severini.
Campagna che pare più
volta a delegittimare i
Tavolucci che a chiarire
effettivamente quali
carte da giocare abbia in
mano la difesa.

Dopo la
presentazione di nuove
prove all’inquirente,
infatti, i legali avrebbero,
sulla base di quelle,
dovuto chiedere al
Commissario della
legge inquirente la
scarcerazione; se negata
fare reclamo al Giudice
delle Appellazioni; e se
rigettata fare reclamo
in Terza istanza. In
quel caso, essendo state
le prove inserite nel
fascicolo dall’inquirente,
allora il giudice di Terza
istanza ne avrebbe
preso contezza.

Invece
la strategia difensiva
ha portato i due legali
fiorentini a premere
per entrare nel merito
in una sede dove si
possono emettere solo
giudizi di legittimità e a
formulare eccezione di
costituzionalità, di fatto,
però, ottenendo come
effetto la permanenza in
carcere dei loro assistiti,
senza dare loro la
possibilità di presenziare
in aula per dire la loro
e magari ottenere una
attenuazione della
misura cautelare, come i
domiciliari, ipotesi non
remota. Così invece non
è stato.

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