Antonio Fabbri, L’informazione di San Marino: Decollo ter a Vibo Valentia Amati contro Vendemini

Antonio Fabbri, L’informazione di San Marino: Decollo ter a Vibo Valentia Amati contro Vendemini

 L’informazione di San Marino

Decollo ter a Vibo Valentia Amati contro Vendemini

Amati: “Vendemini, che ha appartenenze massoniche, è responsabile di tutto. Ingannati Comitato esecutivo e Cda”

Vendemini “Amati era al corrente dei miei accordi con i Lubiana e Barbieri. Senza essere massoni non si fa strada in banca”

SAN MARINO. Il processo Decollo Ter a Vibo Valentia, è ripreso ieri mattina, dopo che il giorno prima l’udienza era stata sospesa per un malore accusato da Valter Vendemini che ieri invece era regolarmente in aula. L’udienza è ripresa dall’audizione di Lucio Amati che è stato interrogato per tre ore circa dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia, Domenico Falbo. Amati ha cominciato la ricostruzione partendo dal suo incarico alla presidenza dal 2009 ed ha affermato che prima di lui aveva ricoperto quell’incarico Pier Natalino Mularoni, oggi deceduto.

L’interrogatorio
di Amati
L’interrogatorio di Amati: “Era stato Mularoni ad avere ingaggiato come presidente Vendemini. Entrambi – ha detto Amati – avevano appartenenze massoniche e si conoscevano per la partecipazione alla stessa loggia”.

“Era stato Mularoni ad
avere ingaggiato come
presidente Vendemini.
Entrambi – ha detto
Amati – avevano appartenenze
massoniche
e si conoscevano per
la partecipazione alla
stessa loggia”.
Amati ha contestualizzato
l’accaduto parlando
di un periodo in cui la
banca era in difficoltà
per carenza di liquidità.
Ha specificato che la
Banca centrale, dopo
essere stata per circa
sei mesi a compiere
verifiche nell’istituto, gli
aveva imposto, nel giro
di un mese, di ricapitalizzare
o vendere.
La banca era dunque
pressata alla ricerca di
liquidità.
In questo quadro Amati ha parlato dei rapporti
con Domenico Macrì
e Barbara Gabba che
dovevano procacciare
investitori, ma non
diedero mai risultati apprezzabili.
Venne fuori
la proposta di Vendemini
e con questo “imprenditore
di Bologna”,
che poi risultò essere
Vincenzo Barbieri, appunto.

“Non ho mai incontrato
Barbieri – ha detto
Amati – l’operazione la
fece Vendemini assieme
a Sapignoli in mia
assenza, nel periodo in
cui io ero in vacanza
tra Natale del 2010 e Capodanno 2011”, ha
dichiarato al Pm.
Poi Amati ha parlato di
quella pratica e di quel
versamento di 1,3 milioni.
Quella di Barbieri
“era stata imbustata in
mezzo altre richieste.
Non abbiamo discusso.
Era una pratica compilata
come un passaggio
sul quale non si poteva
dire nulla. Quindi sono
stati aggirati Comitato
esecutivo e il Cda – ha
detto Amati – Non fu
segnalata alcuna anomalia
su quella pratica – ha
detto l’ex presidente
– Era apparentemente
corretta e regolare.
L’apertura del conto a
Barbieri non fu vagliata,
ma venne aperto
ordinariamente dall’operazione
di una cassiera.
A portare la pratica fu
Zoffoli – accusa Amati
– ingannò il Cda e non
segnalò nulla a carico di
Barbieri”. Nella scorsa
udienza è stato Davide
Zoffoli, responsabile
dell’ufficio fidi comparso
a Vibo in qualità di
testimone mentre a San
Marino è coimputato, a
rilevare invece responsabilità
di Amati, il quale,
per contro ha rimandato
ieri le accuse al mittente
sottolineando che Zoffoli
rispondeva agli ordini
di Vendemini.

L’interrogatorio
di Vendemini

E nel pomeriggio di ieri
è stato ascoltato proprio
Vendemini. L’ex direttore
del Credito sammarinese
ha detto, contestando
quanto affermato dal
suo ex presidente, che
per la sua assunzione,
seppure presidente fosse
Mularoni, all’epoca
trattò sempre con Amati.
Poi ha ricordato i primi
contatti in Calabria, con
l’atterraggio all’aeroporto
di Lamezia il 20 luglio
2010, dove, accolto
da Macrì e Gabba, andò
poi a casa di Domenico
Lubiana, a Nicotera.
Vendemini ha ammesso
la sua appartenenza alla
massoneria. “Io entrai in
massoneria nel 2001 –
ha detto – Entrai quando
ero in banca a Siena,
perché capii che solo
entrando in massoneria
si poteva fare strada nel
settore. Quando arrivai
sul Titano chiesi di essere
accettato nella loggia
di San Marino”.
Dopo l’incontro calabrese
Vendemini ha detto
di aver riferito degli
incontri avuti ad Amati,
e che poi, con i fratelli
Lubiana, incontrò
Barbieri all’hotel King
Rose, a Bologna.
“Barbieri mi diede un
bigliettino con il numero
dell’hotel e mi disse
che potevo contattarlo
lì. Per il resto volle il
mio numero di cellulare
e mi disse che da quel
momento mi avrebbe
chiamato lui”.
Vendemini ha detto in
aula che mise al corrente
di tutto il presidente
e Sapignoli. L’arrivo dei
soldi nei borsoni, poi, è
storia nota. Quei soldi
del narcotraffico gestito
dallo ‘ndranghetista
Vincenzo Barbieri affiliato
al clan Mancuso.
L’interrogatorio di Vendemini
è proseguito fino
a tardi nel pomeriggio di
ieri. Processo aggiornato
ad altra udienza.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy