Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Riciclaggio con la Cina condanna a 4 anni e un mese

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Riciclaggio con la Cina condanna a 4 anni e un mese

L’informazione di San Marino

Sentenza di primo grado per Luciano Cardelli per il caso sammarinese legato all’inchiesta Money2Money

Riciclaggio con la Cina condanna a 4 anni e un mese

Antonio Fabbri

E’ una sentenza di condanna quella per la vicenda della FinInternational e del trasferimento di denaro ritenuto di origine illecita. Denaro, secondo l’accusa, proveniente dalla criminalità cinese che in Toscana esercitava raccolta abusiva del risparmio e riciclava. Denaro che, poi, attraverso la finanziaria sammarinese veniva trasferito in Cina. Ieri le conclusioni del processo e la sentenza, nell’ambito dell’inchiesta sammarinese a carico del commercialista del Titano Luciano Cardelli, finito anche nella parallela indagine italiana.

La procura fiscale
Ci sono indizi gravi, precisi e
concordanti che fanno propendere
per la colpevolezza dell’imputato.
Un’incursione notturna,
l’uso del contante, le modalità di
trasferimento e la consapevolezza
che le somme non sarebbero
state trasferite senza il suo aiuto.
Quando incontrò il diniego di
una banca si rivolse ad un altro
istituto
”. Così il Pro Fiscale, Giovanni
Belluzzi, si è pronunciato
nella sua requisitoria conclusiva
sul caso sammarinese che ha preso
le mosse dall’inchiesta italiana
denominata “Money2Money”
e più precisamente del filone etichettato
come “Cian Liu”, fiume
di denaro. Soldi, secondo l’accusa,
provenienti dalla criminalità
cinese operante in toscana ricavato
mediante l’attività di money
tranfer. Citata dal Pf anche una
intercettazione telefonica che dal
fascicolo toscano è stata acquisita
anche in quello sammarinese.
Una intercettazione nella quale
Cardelli interpellava un funzionario
di Banca di San Marino il
quale riferiva – ha ricostruito il
Pf – che non era possibile fare
come in passato “perché non si
sa mai con esattezza cosa ci sia
dietro
”. Questo “non scoraggiò
Cardelli
– ha proseguito il Pf –
che continuò a riceve somme di
denaro da trasferire in Cina
”.
Così, ritenendo provata la colpevolezza,
il Pf ha chiesto la
condanna a 4 anni e 4 mesi e
all’interdizione per tre anni. Oltre
a questo la pubblica accusa
ha chiesto anche la confisca per
equivalente per oltre 14 milioni
di euro, pari, cioè, alla somma
complessiva “trasferita ed occultata
attraverso la finanziaria che faceva capo a Cardelli, la Fininternational.

La difesa
Articolata l’arringa della difesa,
sostenuta dagli avvocati Gloria
Giardi e Paolo Reffi.
Le conclusioni cui giunge la
procura fiscale non sono condivisibili”,

ha esordito l’avvocato
Gloria Giardi. “Per quanto
riguarda l’elemento oggettivo,
Cardelli nella sua relazione ha
descritto la sua condotta, ha
spiegato come siano iniziati i
rapporti con i cinesi e perché
questi fossero interessati ad
operare a San Marino e con la
Fininternational. Semplicemente
perché i costi erano inferiori
rispetto all’Italia. Giunsero da
Cardelli perché presentati da
un noto e stimato imprenditore
sammarinese, all’epoca pure
con un ruolo politico di una
certa rilevanza, e dal professor
Marchisio, personalità di spicco
della cultura italiana, con rapporti
con la Cina e consulente
ministero agricoltura cinese
”.
L’avvocato Giardi ha sottolineato
che “prima di svolgere le operazioni
Cardelli “accertò e si documentò che non ci fossero
elementi pregiudizievoli. Lo fece
usando fonti informative, come i
terminali Cerved e Amigoni, che
utilizza anche la Banca Centrale.
Fonti che hanno confermato
l’assenza di elementi pregiudizievoli.
Fra l’altro questo Daniele
Huang era anche già cliente di
altre banche sammarinesi. Trasferiva
il denaro regolarmente
e pagava la provvigione sulle
operazioni. Unica voce fuori dal
coro, se vogliamo, era quella del
dipendente di Bsm, ma al limite
possiamo parlare di imprudenza,
ma siamo fuori dall’elemento
soggettivo essenziale del reato.
Questa intercettazione citata dal
Pro Fiscale, poi, è successiva ai
fatti che vengono contestati. Se
un funzionario gli disse che secondo
lui le operazioni non andrebbero
fatte, è altrettanto vero
che un altro autorevole funzionario
gli disse che era possibile
farle. Tra l’altro dobbiamo ragionare
con le norme dell’epoca.
Il sistema, da un punto di
vista legislativo, era volutamente
opaco. Il legislatore lo voleva
opaco. E anche se è un passato
di cui ci vergogniamo, dobbiamo
prendere atto che ci sono
circolari di Bcsm che attestavano
come assolutamente normali
determinate transazioni
”.

L’avvocato Giardi, parlando del
reato presupposto, ha anche sottolinato
che l’inchiesta si trova
ancora davanti al Gup in Italia e
che, nella revisione delle contestazioni,
l’accusa di riciclaggio
si è grandemente ridimensionata
passando da 4 miliardi
contestati a 200 milioni di euro.
Quindi la contestazione si sta
sgretolando. Per questo avevamo
chiesto di attendere l’evoluzione
del procedimento italiano.
Ma l’istanza ci è stata rigettata.
Quella italiana si è rivelata una
indagine clamorosamente sbagliata
le cui accuse sono cadute
per il 95%. Nel caso di Cardelli,
dunque, ad oggi non c’è il reato
presupposto, tanto che per cinque
dei nove soggetti cinesi non
è stato chiesto neppure il rinvio
a giudizio
”. Anche sull’elemento
soggettivo, l’avvocato ha sostenuto
che Cardelli non poteva
sapere dell’origine illecita del
denaro, “né prima di questa indagine
i soggetti cinesi erano
stati sfiorati dal minimo sospetto
da parte dell’autorità. Anche dal
punto di vista dei trasferimenti
di denaro, Cardelli non ha voluto
occultare alcunché, anzi,
lo ha reso evidente. Pensiamo
che se avesse voluto occultare si
sarebbe informato con i funzionari
di diverse banche?
”, ha detto
l’avvocato Giardi chiedendo
l’assoluzione. Dello stesso avviso
l’avvocato Paolo Reffi che ha
anche aggiunto l’elemento della
possibile prescrizione, ritenendo
che “non possa essere utilizzata
la contestazione della continuità
del reato per rendere retroattive
norme più gravose per l’imputato.
Pertanto considerando la
normativa in vigore all’epoca,
deve considerarsi inferiore la
pena prevista e, di conseguenza,
anche il termine di prescrizione
che risulterebbe già ampiamente
decorso
”, ha detto l’avvocato
Reffi chiedendo a sua volta l’assoluzione.

Le dichiarazioni di Cardelli
Lo stesso Luciano Cardelli ha
voluto rendere dichiarazioni
spontanee. Ripercorrendo quello
che avevano detto i suoi avvocati
e affermando di avere agito sempre
con correttezza e che nulla lasciava
sospettare che quei clienti,
presentati da persone importanti
e stimate, potessero non essere
affidabili. “L’unico rammarico
come padre
– ha concluso dichiarandosi
comunque innocente
è che in questa storia abbia coinvolto anche mio figlio”.

La decisione del giudice Battaglino. Al termine delle arringhe, il Giudice Roberto Battaglino si è ritirato in camera di consiglio per la decisione. Valutate le carte e le diverse udienze dibattimentali, i testimoni, le richieste del Pf e dei legali, dopo circa mezz’ora il Giudice ha emesso il suo verdetto. Accogliendo, seppure ritoccandole al ribasso, le richieste del procuratore del fisco, ha dichiarato l’imputato colpevole, condannandolo a 4 anni e un mese di prigionia e a due anni e sei mesi di interdizione. Disposta, inoltre, la confisca per equivalente per complessivi 14.266.500 euro, la somma ritenuta di origine illecita che, cioè, attraverso la FinInternational, finanziaria oggi liquidata, è stata trasferita in Cina. Già annunciato l’appello.

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