Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Rtv, nel cda c’e’ Guerra… “anomala complicita’ con Romeo”. Il presidente le suona anche a Piva

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Rtv, nel cda c’e’ Guerra… “anomala complicita’ con Romeo”. Il presidente le suona anche a Piva

 L’informazione di San Marino

Il clima al vertice della
tv di Stato è rovente e potrebbe proseguire a suon di carta bollata. Non si
escludono dimissioni

Rtv, nel cda c’e’ Guerra… “anomala
complicita’ con Romeo”. Il presidente le suona anche a Piva

Antonio Fabbri 

Doveva rimanere tutto nelle segrete
stanze, del Kursaal o poco
più in là, quasi che la San Marino
Rtv non fosse una azienda
pubblica. Invece la lettera del
presidente Luca Marcucci prima,
indirizzata ai membri di Governo,
e l’interpellanza dei consiglieri
Luca Lazzari e Denise
Bronzetti, poi, hanno scatenato
un putiferio che la metà basta.
La replica del dottor Romeo
Tanto putiferio che ieri il Direttore
Generale di San Marino Rtv,
Carlo Romeo, ha pubblicato sul
sito e diramato la sua risposta
alla lettera del presidente, che
in prima battuta era circolata
solo in ambito politico, quello
del Segretario competente, e nel
governo. Una lettera dalla quale,
poi, è scaturita anche la risposta
all’interpellanza dei consiglieri
indipendenti, pure quella diramata
e pubblicata.
C’è praticamente contrarietà su
tutto, tanto che un naturale sviluppo
dello scontro pare essere
quello di qualche dimissione
in arrivo. L’incompatibilità tra
presidenza e direzione a questo
punto appare infatti evidente.
Comunque, il direttore Romeo
contesta la lettura del bilancio
fatta dal presidente.
“In sintesi i dati scorporati falsano
il quadro generale e la realtà
oggettiva che emerge dai dati
complessivi. In merito ai ricavi
commerciali, nel documento in
oggetto viene infatti scorporata
una situazione che diviene
invece significativa solamente
nel dato complessivo finale contenuto
nel bilancio 2013 regolarmente
approvata e che attesta
un trend che passa da 935.687
(2012) a 1.097.373 (2013)”, dice
Romeo.
La scarsa trasparenza
Il presidente Marcucci, riferendosi
al direttore parla di
una “condotta individualistica
ed auto-celebrativa”, e di una
“Pericolosa gestione senza contrappeso
e controllo”. Lamenta,
poi, una “mancanza di collaborazione
e di trasparenza” e cita i
“numerosi casi” in cui “a fronte
delle richieste d’informazioni,
documenti, chiarimenti, mi sono
trovato da parte del Direttore Generale
– dice il presidente Luca
Marcucci – un vero e proprio “ostracismo”, atteggiamento che
mi ha impedito e mi impedisce
tuttora di esercitare il mio ruolo
adeguatamente”, che, sottolinea
nelle prime righe della sua missiva
il presidente, è quello di “sorveglianza
sull’andamento della
gestione aziendale”.
La replica sulla questione
trasparenza
Appunti del presidente che non
vanno giù, al dg Romeo, il quale
punta, per determinati dati, su
una gestione più riservata. Così
il direttore fa notare come sia
“da accertare quanto prima e
quanto meglio possibile la circolazione,
non ancora definita, del
documento in oggetto, ripreso
fra l’altro pressoché testualmente
in molte parti dalla interpellanza
presentata il 25 novembre dai
consiglieri Bronzetti e Lazzari
che citano una altra non meglio
identificata lettera, di cui a
tutt’oggi non si conosce il contenuto,
risalente a qualche mese fa,
del Presidente Marcucci, peraltro
citata anche dallo stesso Marcucci
nel documento in oggetto e
anch’essa senza destinatari certi.
È quindi fondamentale conoscere,
per la salvaguardia stessa
dell’Azienda, che tipo di circolazione
possa avere avuto detta
documentazione. La presenza
di dati aziendalmente sensibili e
riservati, sia di natura finanziaria
che tecnica, può mettere infatti a
rischio gli asset e i piani aziendali,
arrecandone danni consistenti,
per non evidenziare quelle che
risultano a tutti gli effetti apparenti
manovre clandestine volte
a delegittimare i vertici aziendali
Rai della San Marino Rtv regolarmente
nominati e sulla cui
gestione risultano formalmente
e a tutti gli effetti, sia da parte
sammarinese che italiana, soltanto
riscontri positivi. Esiste infatti
la concreta possibilità che tale
documento, con una non corretta
diffusione, sia stato e possa essere
usato contro l’azienda stessa,
andando a incidere fra l’altro sulle
regole della concorrenza nonché
– visto il tenore di numerose
affermazioni e la riservatezza di
alcune informazioni presenti – a
penalizzare gravemente la realtà
e l’immagine aziendale di fronte
ad eventuali sponsor, media,
partner, competitors, forze politiche
e investitori che avessero
o avessero avuto, casualmente o
meno, l’opportunità di leggerlo”.
Tanto che Romeo nella lettera
informa di aver dato “relativo
mandato” ai propri legali “sammarinesi
e italiani per la dovuta
tutela” della sua persona e della
sua professionalità.
Le ostilità nel Cda. Che nel Consiglio di
amministrazione di Rtv non tiri un’aria distesa, lo riferisce lo stesso presidente,
che descrive una complicità tra il direttore generale e il consigliere di
amministrazione Dennis Guerra e con altri membri dello stesso organo di vertice.
Dice Marcucci nella famosa lettera di avere formulato richieste per avere
dettagli su situazioni contabili periodiche e sull’andamento della liquidità,
sulle retribuzioni, sui contratti di collaborazione ed altro, compresi i ricavi
derivanti dagli eventuali sponsor e i dettagli dell’accordo con l’Associazione
Bancaria Sammarinese. A fronte di questa serie di domande da un lato il
direttore Romeo rispondeva a Marcucci che avrebbe dovuto motivare le sue
richieste, e dall’altro diceva che il comportamento del presidente “in qualsiasi
ambito aziendale risultava essere inusuale”. Ma a Marcucci rispose anche Dennis
Guerra, membro del Cda, comunicandogli che “secondo lui questo modo di
procedere, alla luce della sua passata esperienza di Presidente di Rtv,
risultava essere inconsueto ed inadeguato, ma soprattutto aziendalmente
preoccupante per le conseguenze e il contesto che avrebbero potuto comportare”.
Risposte che fanno rilevare a Marcucci “un’anomala complicità” fra Romeo e
Guerra “iniziata fin dall’inizio del nostro mandato – rileva il Presidente –
allorquando si tratti di farmi opposizione”.  

Il canale 88 e
le complicità nel cda
Le complicità Marcucci le rileva
anche in altre operazioni
delle quali è stato interessato il
Consiglio di amministrazione.
Il presidente di Rtv lamenta, fin
dall’inizio del proprio mandato,
“una forte pressione da parte del
Direttore Generale e di taluni
membri del Cda, i sammarinesi
Dennis Guerra e Cesare Tabarrini,
per sottoscrivere le pratiche
d’avvio di “digitalizzazione”
della Regione Marche, ovvero
la realizzazione, in quell’area,
dell’Alta Frequenza. Grande insistenza
anche da parte dell’ex-
Presidente della San Marino
RTV, Stefano Valentino Piva,
il quale, francamente in modo
piuttosto imbarazzate, appariva
sui quotidiani locali (anche lui
forse con un po’ affetto da egocentrismo
ed autoreferenzialità)
dopo settimane dalla cessazione
del suo incarico per caldeggiare
il “progetto Marche”, oltre che
per dettare le linee future della
San Marino RTV e le vie d’uscita
da quello che lui definiva un
disastro lasciato dalla precedente
gestione; peccato che di quella
gestione, in quanto Presidente,
ne era referente. Stefano Valentino
Piva, forse anche lui
bramando ad un terzo mandato,
pare avere rapporti molto stretti
con l’attuale Direttore Generale,
infatti è stato lui a far conoscere
al dott. Romeo gli imprenditori
esteri cui s’intende affittare il canale
88 della nostra Emittente”.
Su questa operazione Marcucci
lamenta di essere stato pressato
per firmare, cosa che non ha
fatto, volendo sottoporre prima
l’operazione a Governo e Cda.
Situazioni di fronte alle quali
Marcucci parla di “insolenza
di un direttore generale della
Radiotelevisione di Stato che
prende carta e penna e chiede
al governo di costringere il presidente
a sottoscrivere pratiche
aziendali, senza fornire la dovuta
chiarezza”.
Marcucci bacchetta, riferendosi
a Dennis Guerra, anche “l’arroganza
di un membro del Cda”
che, scrivendo al Presidente che
chiedeva informazioni per un
“legittimo controllo sulla gestione”,
definisce il suo come “un
atteggiamento aziendalmente
preoccupante”.
Il clima al vertice della tv di Stato,
insomma, è rovente.

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