L’informazione di San Marino
in un supplemento dell’indagine Aemilia la Gdf di Rimini congela due società gestite da prestanome
Sequestrati i bar del boss che girava con il suv RSM
Nelle intercettazioni Bolognino si vantava di avere qualcuno sul Titano, a un tiro di schioppo da Riccione, per poter intestare la Bmw
Antonio Fabbri.
Cosa c’entrano bar e ristorazione a Riccione gestiti da teste di legno, per conto di soggetti di spicco legati alla ‘ndrangheta, con San Marino? C’entrano, soprattutto se sul Monte c’è qualcuno che fa a sua volta da prestanome quanto meno per intestarsi la macchina e consentire al boss di targarla Rsm. L’ultima operazione del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Rimini è di ieri e riguarda i fratelli Michele e Francesco Bolognino, già comparsi nelle carte dell’operazione Aemilia, del gennaio scorso. I due sono riconducibili alla cosca Crotonese dei Grande Aracri, che dopo l’inchiesta della Dda di Bologna emersa a inizio 2015, si è scoperto essere ben radicata in tutta l’Emilia Romagna. (…)
Il sequestro di bar e pasticcerie
Proprio ieri si è proceduto con
provvedimenti, scaturiti da un
supplemento investigativo, che
hanno portato ad ulteriori sviluppi
dell’inchiesta. Tra questi
quelli della Gdf di Rimini che
dopo “un’attività investigativa
autonomamente condotta dal Comando
Provinciale della Guardia
di Finanza di Rimini, le cui
risultanze sono state pienamente
condivise dalla Direzione Distrettuale
Antimafia di Bologna
(sostituti procuratori dott. Marco
Mescolini e dott.ssa Beatrice
Ronchi)”, comunicano le Fiamme
gialle. Quindi si è giunti al “sequestro
preventivo delle società
“CU.GI.RA. s.a.s.” e “MAGU
s.r.l.” operanti nella provincia
di Rimini nel settore della ristorazione,
bar e attività simili che
gestivano rinomati esercizi adibiti
a bar-pasticceria nel centro
di Riccione. Avendone infatti
accertata la loro riconducibilità ai fratelli Michele e Francesco
Bolognino, soggetti emersi nella
nota indagine “Aemilia” condotta
dai Carabinieri, quali affiliati
alla cosca della ‘Ndrangheta calabrese
“Grande Aracri”, il Tribunale
di Bologna ne ha disposto
il sequestro penale”
I locali erano dei Bolognino
“I riscontri trasversali effettuati
anche mediante l’utilizzo di moderni
software applicativi in uso
esclusivo al Corpo ed i controlli
economici effettuati – dice la Gdf
– facevano infatti accertare, da
un lato la titolarità delle attività
commerciali in capo ai Bolognino,
riconducendo conseguentemente
il ruolo fittizio di meri
prestanome compiacenti quello
formalmente rivestito dagli attuali rappresentanti legali e degli
intestatari delle quote delle due
società, dall’altro di individuare
patrimoni e disponibilità che non
trovano una giustificazione lecita
e che risultano sproporzionati
rispetto ai redditi dichiarati ufficialmente”. Riccione a San Marino
“è attaccato”
D’altra parte che quei locali fossero
degli affiliati alla ‘ndrangheta
era emerso a gennaio. Da una
conversazione contenuta nelle
carte dell’inchiesta Aemilia emergeva
proprio che i Bolognino avevano
il loro bar a Riccione (l’Informazione
del 30-01-2015).
Michele Bolognino (foto) è ritenuto
uno dei “capi” dell’organizzazione.
47enne di Locri, formalmente
residente a Montecchio
Emilia, ma di fatto domiciliato a
Parma. Il suo è un ruolo di spicco
nell’associazione mafiosa. Viene
definito dagli inquirenti “promotore,
dirigente e organizzatore”.
Michele Bolognino ha in uso una Bmw X6 di colore bianco con targa della Repubblica di San Marino. Ma come fa Bolognino ad avere una Bmw targata Rsm? Lo dice lui stesso in una conversazione intercettata con altri due indagati, Mario Ursini e Giuseppe Oppedisano, entrambi sodali di Bolognino, che si stupiscono di come mai la targa di quella Bmw sia così corta. “E’ di San Marino”, risponde il boss. (…)
L’intercettazione e
il necessario prestanome E’ in questa conversazione che
Bolognino disse di avere un bar a
Riccione, uno di quelli sequestrati
dalle fiamme gialle. Eccola:
“URSINI: come mai questa
targa breve quand’è così (chiede
spiegazioni sulla targa relativa BOLOGNINO) …
BOLOGNINO: San Marino!
URSINI: Ah! Ecco anche, ma
pure quella di… (inc.) in inglese
ho visto questa mattina con
targa… però aveva altri numeri
di fianco… San Marino…
BOLOGNINO: questa è San
Marino!
URSINI: no Inghilterra diciamo!
BOLOGNINO: questa di mio
fratello è San Marino, anch’io ce
l’ho di San Marino…
URSINI: eh… eh… e lì ci sono
poche macchine allora.
BOLOGNINO: e qua ci sono le
targhe piccoline così, è piccolo il
paese, là è uno Stato, però è un
paese piccolino…
OPPEDISANO: però bisogna
avere la residenza là!
BOLOGNINO: no, no…
OPPEDISANO: Uno può andare
là a comprarsi la macchina e la
targa così?
BOLOGNINO: no, la deve tenere
targata a uno di là…
OPPEDISANO: ah… uno che ha
la residenza là…
BOLOGNINO: così non paghi le
multe…
URSINI: ride… bello il sistema…
OPPEDISANO: e voi di là avete
qualcuno?
Magari che…
BOLOGNINO: Si! Perché io ho
un bar a Riccione ed è vicino, è
un 7/8 km da là a Rimini/Riccione.
San Marino è attaccato…”
Gli altri sequestri
Nello stesso provvedimento sono
stati squestrati dai carabinieri dei
Ros, sempre ieri, beni per oltre
35 milioni di euro: 9 immobili,
16 autoveicoli e 21 tra rapporti
bancari e finanziari, 16 società
di capitali. L’operazione è stata
condotta nelle province di Reggio
Emilia, Parma, Aosta, Bologna e
Crotone.