Antonio Fabbri – L’informazione: Ex ambasciatore in Montenegro tenuto d’occhio dalle autorita’ australiane

Antonio Fabbri – L’informazione: Ex ambasciatore in Montenegro tenuto d’occhio dalle autorita’ australiane

L’informazione di San Marino

Ex ambasciatore in Montenegro tenuto d’occhio dalle autorità australiane

Antonio Fabbri

SAN MARINO. Ex ambasciatore di San
Marino in Montenegro
tenuto d’occhio delle
autorità australiane. Tra fine gennaio e inizio febbraio anche le autorità di polizia dell’altra parte del mondo si sono preoccupate per la presenza in Australia di Wei Seng “Paul” Phua, l’ex ambasciatore di San Marino in Montenegro e finito nelle pagine della tangentopoli sammarinese-conto Mazzini per vicende di
contestato riciclaggio
legate all’attività di Claudio
Podeschi. 

Il giocatore professionista di poker, dopo la vicenda negli Stati Uniti, l’indagine dell’Fbi, l’arresto, il patteggiamento
di altri che erano
stati arrestati con lui
per scommesse illegali
sui campionati di calcio
del 2014, e, infine, la
chiusura del procedimento
a suo carico per vizi
riscontrati nella modalità
di raccolta delle prove, è tornato alla sua attività principale del tavolo verde e delle scommesse. Questa lo ha portato fino in Australia, dove però è tenuto d’occhio assieme
al Crown Casino High
Roller, casa da gioco
australiana della quale
Phua è avventore.
Addirittura un programma
televisivo di giornalismo
investigativo della
Abc, “Four Corner”, ha
dedicato una inchiesta
alle scommesse illegali
ed ha fatto ampio
riferimento all’attività di
Phua.

Descritto come “uno
dei più grandi bookmaker
non regolamentati dell’Asia – una presunta
figura crimine organizzato
con collegamenti
in Australia – è stato
identificato dalle forze
dell’ordine come una
potenziale minaccia per
l’integrità dello sport in
tutto il paese”.

Perché questa preoccupazione delle autorità australiane? Perché Phua si trovava a Melbourne proprio nel periodo degli Open di tennis e dei campionati di criket. Due sport finiti nell’occhio del ciclone per presunte partite truccate con operazioni sospette
ruotate intorno bookmakers
asiatici.

“Questi bookmakers – le
cui società sono registrate
in giurisdizioni
come Manila, Curacao
e l’Isola di Man – hanno
trovato grandi mercati
neri in tutta l’Asia, dove
le scommesse sportive
sono molto popolari, ma
spesso illegali” riporta la
Abc. Le autorità australiane
non hanno nulla
su Phua per ora, ma non mancheranno “di tenere
uno stretto controllo
sulla sua attività fintanto
che è in Australia”. In
una dichiarazione, Scott
Cook, Soprintendente
della Polizia di New
South Wales ha detto:
“Noi non conosciamo
esattamente la portata
di ciò che passa per
queste società”. Tuttavia,
“sappiamo che stanno
accettando le scommesse
per circa 2 miliardi di
dollari ogni settimana”,
ha aggiunto il Vice Commissario
della Polizia del
distretto di Victoria, Neil
Paterson.

“Paul Phua è un giocatore importante
– ha aggiunto – sappiamo
che ha collegamenti in
alcuni dei mercati delle
scommesse non regolamentati
che operano
nelle Filippine”, ha detto.
Una fonte della polizia
federale australiana,
citata da Four Corners,
riporta che “il signor
Phua ha scommesso
decine di milioni di
dollari in Australia”. Poi
viene trattata, anche in
questa inchiesta, l’attività
nei junkets (una sorta di
procacciatori di giocatori
che fanno loro credito) di
Macao. Attività richiamata
come strettamente
legata a Phua anche nelle
carte delle indagini sammarinesi.


Tra l’altro l’inchiesta della
Abc riporta che “Phua
è stato indicato come il
controllore occulto del
sito di scommesse on-line
IBC (oggi rinominato
Maxbet) durante le indagini
della FBI nel 2014”.
Maxbet è il principale
bookmaker asiatico. 

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