L’informazione di San Marino
“Faccendieri e politici
d’affari hanno piegato
la politica alle ragioni
del portafoglio”
Per i
magistrati,
il metodo delle
mazzette, Roberti
lo apprese da Gatti
Antonio Fabbri
SAN MARINO. Nell’ordinanza che ha portato
all’arresto di Gabriele Gatti, in
carcere da sabato scorso, i magistrati
ricostruiscono anche il
quadro politico di riferimento,
considerato che i reati che vengono
contestati sono strettamente legati
all’attività istituzionale degli
accusati.
In questa ricostruzione che si trova
nell’ordinanza – pubblicata nel
libro “Gabriele Gatti in carcere”
da oggi nelle edicole e librerie –
c’è tutta la desolazione di quello
che la politica a San Marino è
diventata. I magistrati evidenziano
che “le vecchie figure dei
politici cresciuti nelle sezioni di
partito, nelle organizzazioni sindacali
e nelle parrocchie”, sono
state soppiantate e il loro posto è
stato preso “da “ faccendieri” e
da “politici d’affari” che hanno
piegato la politica alle ragioni
del portafoglio”.
L’arrivo di Roberti
E’ in questo contesto che arriva
Giuseppe Roberti che non avendo
combinato troppo, per i magistrati,
sul piano politico in Italia,
a San Marino si reinventa “un
ruolo di manovratore più o meno
occulto, operando attivamente
attraverso i molti politici con attitudini
gregarie, ma ambizioni
da leader”.
Per i magistrati, però Roberti non
ha cultura politica e “tutto si riduce
ad una continua millanteria
di fumosi collegamenti italiani. che, come ripetuto ad ogni piè
sospinto, avrebbero salvaguardato
i partiti tradizionali da ogni
possibile evoluzione e competizione
elettorale”
Roberti impara da Gatti
Nella loro ricostruzione i magistrati
attestano che “inizialmente,
Roberti agì quale referente di Gabriele
Gatti. Fu proprio Roberti a
introdurre Gianluca Bruscoli al
Segretario di Stato per gli Affari
Esteri” . In questo contesto avvenne
il pagamento della tangente
da 6 miliardi di lire, meta alla
Dc e metà al Pss, per la licenza di
Bcs, Ma i magistrati sottolineano
che il sistema tangentizio Roberti
lo apprese da Gatti. “Fin dalla
primitiva apparizione sammarinese,
Roberti ha assunto il ruolo
di collettore di tangenti”. Dicono
infatti i magistrati che “l’occhio
vigile con il quale Roberti aveva
osservato l’illecita negoziazione
e ricezione di tangenti da parte di
Gatti, gli ha consentito di riprodurne
il metodo, consegnandolo
nelle mani dei politici da lui manovrati”.