Antonio Fabbri – L’informazione: Mafie e Gioco d’azzardo illegale on-line: i soldi in società sammarinesi

Antonio Fabbri – L’informazione: Mafie e Gioco d’azzardo illegale on-line: i soldi in società sammarinesi

L’informazione di San Marino

Undici ordinanze di custodia cautelare e sequestri per 10 milioni nell’operazione “The Imitation Game” della Dda di Roma

Mafie e Gioco d’azzardo illegale on-line: i soldi finivano in società sammarinesi

Fingestus Sofisa e Micro Immobili i soggetti giuridici sammarinesi riconducibili al principale indagato

Luigi Tancredi aveva escogitato un sistema per promuovere l’azzardo virtuale e foraggiare i clan di camorra e ‘ndrangheta

Antonio Fabbri 

SAN MARINO. Soldi dell’azzardo on-line finivano in due società sammarinesi, una in liquidazione volontaria, la Fingestus, e una srl ancora operante, la Micro Immobili. Non solo. Il principale indagato, cui è contestata pure l’aggravante mafiosa per aver favorito il clan dei Casalesi, secondo la procura di Roma era colui al quale queste due società facevano riferimento. Il principale indagato dell’inchiesta denominata “The Imitation Game”, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, è Luigi Tancredi, originario di Potenza ma residente a Roma, detto anche il re delle slot, “soggetto referente per le mafie”, dicono gli inquirenti, soprattutto quelle calabresi e campane, per la gestione dei siti illeciti per le scommesse sul web, non autorizzati dall’Amministrazione per i Monopoli italiana.
Tra i nomi di spicco
raggiunti da ordinanza di custodia
cautelare spiccata dal Gip
di Roma, Elvira Tamburelli,
anche quello di Nicola Femia,
noto boss della ‘ndrangheta che
dalla provincia di Ravenna dirigeva,
sul territorio nazionale ed
estero, un’intensa attività illecita
nel settore del gioco on-line e
delle videolottery. Tra l’altro per
i soldi scovati sul Titano, 1,3 milioni,
di Nicola “Rocco” Femia
– ma si tratta dei denari provento
del traffico di droga e armi – è
stata già emessa condanna in
primo grado per la figlia del
boss, Guendalina, e il compagno
Giannalberto Campagna.

Arresti e sequestri
L’inchiesta “The Imitation
Game”, riguarda invece i denari
del gioco d’azzardo e, oltre
all’esecuzione di 11 ordinanze
di custodia cautelare in carcere
eseguite l’altro ieri, ha portato
il Tribunale di Roma a disporre,
a seguito di specifici accertamenti
patrimoniali condotti
dalla Guardia di Finanza, anche
il sequestro di numerosi beni
mobili ed immobili riconducibili
direttamente o indirettamente ai
principali indagati, per un valore
di circa 10 milioni di euro. Tra
questi spiccano società che hanno
titolari di sale giochi e attività
di ristorazione oltre ad autovetture,
conti correnti e depositi
bancari.

L’azzardo on-line
Secondo le accuse mosse Luigi
Tancredi era la cerniera che
legava l’azzardo on-line con
gli interessi della criminalità
organizzata, nei forti guadagni
derivanti dal gioco illecito attraverso
il mondo della tecnologia
informatica. Tancredi realizzava,
“chiavi in mano”, piattaforme
per il gioco in rete. E’ imprenditore
molto conosciuto in campo
nazionale ed internazionale per
aver avviato dei veri e propri
casinò virtuali, molti dei quali,
nella home page, contengono
estremi di concessioni che, viene
detto, sono state rilasciate da
autorità governative di Paesi
caraibici considerati “paradisi
fiscali”. Così Tancredi, pur non
essendo affiliato direttamente a
nessun clan, si è rivolto a soggetti
appartenenti ad organizzazioni
di stampo mafioso per garantire
una diffusione più rapida
del suo “prodotto”, consentendo
agli stessi clan di ottenere ingenti
guadagni illeciti ed aumentando
i suoi stessi profitti. “Anche
in considerazione delle metodologie
mafiose tipiche dei sodalizi
cui prestava la propria opera,
ha ricoperto un ruolo primario,
e quasi monopolistico, nella gestione
dei cosiddetti “totem” per
le scommesse via web”, dicono
gli inquirenti.

Indagini partite da
un tentato omicidio

Le indagini hanno preso le mosse
il 18 aprile 2011, all’indomani
del tentato omicidio di Fabio
Massimo Aragona, 35enne,
nell’ambito di regolamenti di
conti della criminalità romana.
Convergendo con altre indagini,
è stata scoperta un’associazione
a delinquere finalizzata al gioco
d’azzardo, aggravata dalla finalità
mafiosa, operante su tutto il
territorio nazionale ed all’estero,
della quale Luigi Tancredi risulta
il promotore e l’organizzatore.

Come faceva soldi
L’organizzazione, attraverso la
creazione di un sito illegale per
il gioco del poker on-line denominato
Dollaropoker, con server
e struttura di gestione situati
all’estero, riusciva ad introitare
ingenti guadagni illeciti che venivano
successivamente versati
su conti correnti esteri per poi
rientrare in Italia attraverso l’acquisizione
di immobili.
La struttura ideata, organizzata
e diretta dal “re delle slot”,
aveva la caratteristica di essere
di tipo verticistico e piramidale,
al cui apice vi era lo stesso Tan
credi che intratteneva rapporti
diretti con i cosiddetti National,
costituenti il livello più alto
dell’organizzazione. Ai National
facevano quindi riferimento i
Regional che provvedevano al
ritiro delle somme di denaro dai
Distretti i quali, a loro volta,
provvedevano alla raccolta dai
Club Manager, gli unici ad avere
rapporti diretti con il player
finale. Il player – il giocatore
insomma – per accedere al gioco
on-line, doveva corrispondere in
anticipo all’organizzazione una
somma di denaro che veniva poi
accreditata in un conto virtuale
anche mediante trasferimento
con carte prepagate poste-pay.
Ciascun livello era destinatario,
quindi, di una precisa quota di
profitti. Il server che gestiva il
gioco on-line era ubicato a Tampa,
in Florida, mentre in Romania
aveva sede la società rumena
Dollarobet srl, dove fisicamente
lavoravano sia il personale
dell’assistenza al sito, sia gli
esperti informatici che avevano
la possibilità di accedere direttamente
sul server.

Gli introiti versati ai clan
Le indagini e le testimonianze
hanno dimostrato il forte interessamento
dei clan camorristici
per il settore del gioco illegale
on-line e la progressiva acquisizione
del controllo di questa
attività illecita su intere fette del
territorio nazionale. I proventi
delle attività venivano infatti
versati mensilmente ai Casalesi
facenti capo a Michele Zagaria,
Antonio Iovine, Francesco
Schiavone. Inoltre emergono i
collegamenti con la ‘ndrangheta
“per il tramite del pieno e diretto
coinvolgimento di Nicola Femia”,
appunto.
Le società di San Marino
riferibili al “re delle slot”
L’ordinanza di custodia cautelari
riporta che il principale indagato,
Luigi Tancredi, era “gestore
di fatto” della Micro Immobili
srl, società sammarinese, e della
Fingestus s.a.
Secondo le accuse si sarebbe
servito della Fingestus per versare
assegni provenienti dall’attività
di gioco d’azzardo illegale
on-line. Da alcune e-mail intercettate
tra il 2008 e il 2009 e
riportate nell’ordinanza, emergono
prospetti per versamenti di
assegni per oltre 720mila euro
complessivi. La Srl, invece, è
stata utilizzata per l’intestazione
di un immobile del valore di
oltre190 mila euro in Basilicata.
Dall’ordinanza di 245 pagine
emerge che ad amministrare la
società Micro Immobili c’era un
altro soggetto, raggiunto pure lui
da ordine di custodia cautelare,
Salvatore Ferrara, 45enne
di origini napoletane, braccio
destro di Tancredi sul Titano.
Ferrara ha amministrato la Micro
Immobili fino al 19 marzo 2010,
poi sostituito dalla 45enne residente
a San Marino, Barbara
Corbascio (non indagata), che
tuttavia non aveva la rappresentanza
legale della Srl. In quel
periodo avvenne l’intestazione
fittizia dell’immobile ubicato nel
comune di Potenza alla società
sammarinese. La società, anche
in quel periodo, era in realtà amministrata
dal Ferrara e di fatto
gestita dal Tancredi.
La Micro Immobili, che ha un
capitale sociale di 75mila euro,
è ad oggi vigente ed ha sede in
Via Fondo Ausa 68. E’ oggi amministrata
da Rocco Tancredi,
23enne originario di Potenza,
presumibilmente parente, stando
al cognome, dello stesso Luigi
Tancredi. Emerge pure dall’ordinanza
che la Micro Immobili
era partecipata da Fingestus s.a.
e da Sofisa s.a., altra finanziaria
finita il liquidazione coatta. E’
probabile che le due finanziarie
possedessero le quote della srl
“per conto terzi”, in forza di un
mandato fiduciario
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