Antonio Fabbri: Scatta la solidarieta’ fra ricchi, ‘colletta’ dei dipendenti di Bcsm per pagare l’avvocato a Vivoli

Antonio Fabbri: Scatta la solidarieta’ fra ricchi, ‘colletta’ dei dipendenti di Bcsm per pagare l’avvocato a Vivoli

L’informazione di San Marino

Scatta la solidarieta’ fra ricchi, “colletta” dei dipendenti di Bcsm per pagare l’avvocato a Vivoli 

Chiedono la revoca del licenziamento e intanto pensano a salvaguardare i premi produzione

Antonio Fabbri

SAN MARINO. Non c’è lotta più strenua di quella per difendere i propri privilegi. Sembra proprio così. In Banca Centrale, dove la media annua degli stipendi si aggira attorno ai 60mila euro lordi, andando da un minimo di 35mila euro circa a un massimo che supera abbondantemente i 200mila euro, scatta praticamente la solidarietà tra ricchi e il muro per non perdere i premi produzione, in una sorta di oltraggio beffardo alla miseria in un Paese ormai in braghe di tela, dove è di ieri la notizia di messa in mobilità anche dei dipendenti di Banca di San Marino. Una posizione
imbarazzante, con
l’appoggio di uno solo
dei sindacati, la Cdls.
Tutto questo emerge dalla
presa di posizione di ieri
che attesta come in Via
del Voltone si viva in un
mondo a parte.

Ecco il comunicato: “Nel
pomeriggio di ieri si è
tenuta presso la CSU
– Centrale Sindacale
Unitaria l’assemblea del
Personale della Banca
Centrale della RSM; la
riunione è stata convocata
per affrontare le
problematiche all’ordine
del giorno, in previsione
dell’incontro con la Direzione
e la Presidenza
fissato per il 14 giugno
prossimo.

Oltre agli altri argomenti molto sentiti e discussi, alla luce del recentissimo provvedimento di licenziamento a carico del Dott. Andrea Vivoli, buona parte del dibattito si è incentrato su quanto accaduto ed al termine dell’incontro, che ha visto la partecipazione di un larghissimo numero di dipendenti, è stata approvata la seguente deliberazione.

L’Assemblea del Personale
della Banca Centrale
della RSM, riunitasi
in data 9 Giugno 2016
presso la CSU – Centrale
Sindacale Unitaria,
all’unanimità esprime
piena ed incondizionata
solidarietà al Dott.
Andrea Vivoli e chiede al
Consiglio Direttivo della
Banca l’immediato ritiro
della lettera di licenziamento
inviata al Dott.
Vivoli in data 6 Giugno
2016.

Inoltre, visto che la
Banca Centrale della
RSM non ha provveduto
a sostenere le anticipazioni
economiche
relative alla protezione
legale contrattualmente e
statutariamente prevista,
l’Assemblea del Personale
– sempre all’unanimità
dei presenti – ha deciso
di riconoscere una quota
della retribuzione della
propria giornata lavorativa
a favore del collega
Dott. Andrea Vivoli.


La Cdls – Confederazione
Democratica Lavoratori
Sammarinesi, senza
entrare nel merito delle
vicende giudiziarie in
corso, esprime al Dott.
Andrea Vivoli la propria
solidarietà e stima
basata sulle indubbie
capacità professionali e
doti umane dimostrate
negli anni trascorsi alle
dipendenze della Banca
Centrale della Rsm”.

Conclude l’Assemblea
del Personale della Banca
Centrale di San Marino
assieme alla CDLS.

Il comunicato, dunque,
non vuole entrare nel
merito. Si capisce, perché
il problema è proprio il
merito dei fatti accaduti.
Sarebbe utile per la
collettività e per lo Stato
capire se i dipendenti
di Bcsm ritengano che
i fatti e i comportamenti
emersi siano stati
corretti o meno, dato che
una“piena ed incondizionata
solidarietà” su
fatti che sono stati già
oggetto di condanna in
primo grado, imporrebbe
una riflessione anche sul
ruolo che i dipendenti,
ai quali evidentemente
nulla importa di sostenere
comportamenti
non corretti, hanno in
Banca centrale. Intanto
la risposta sull’invito
del Direttivo di Bcsm di
rinunciare ai premi produzione
da circa 350mila
euro, i 22 beneficiari,
dirigenti e quadri, ancora
non l’hanno data.
In attesa del 14 giugno,
data in cui incontreranno
i vertici di Bcsm, i dipendenti
chiedono intanto
che venga revocato il
licenziamento di Vivoli.
Licenziamento arrivato
dopo i noti fatti di
cronaca e dopo che, in
seguito alla sospensione
durata sei mesi, il vertice
di Bcsm ha dovuto
decidere se reintegrare il
funzionario o procedere
al licenzamento, non
potendo prolungare la
sospensione. La decisione
è stata impugnata del
legale dall’interessato che
aveva sottolineato che la
questione sarebbe stata
discussa nelle sedi deputate.
A sostenerla fuori,
però, ci hanno pensato
altri.

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