Ap sulla riforma degli ammortizzatori sociali.

Ap sulla riforma degli ammortizzatori sociali.

Nell’ultima sessione del Consiglio Grande e Generale si è discusso della riforma degli ammortizzatori sociali.

Il Segretario Marcucci ha presentato alcune linee di riforma che sono state da noi complessivamente condivise: in questo momento di crisi infatti occorre dare certezze e sicurezze ad una più vasta platea di lavoratori oggi esclusa da qualunque forma di tutela (lavoratori a tempo determinato, precari e atipici, disabili, giovani in cerca di prima occupazione, lavoratori licenziati in età avanzata, ecc…), estendendo al contempo alcuni ammortizzatori già esistenti (ad esempio, la Cassa Integrazione) a settori che ne sono esclusi.

In Consiglio abbiamo avuto modo di sottolineare come si possa creare un mercato del lavoro basato su un sistema di flex-security, che darebbe più dinamicità all’economia, più flessibilità agli imprenditori e più sicurezza per i lavoratori.

Abbiamo infine rilevato come in questa fase non si debba aver paura della spesa pubblica finalizzata al sostegno del reddito, sia perché siamo di fronte ad una crisi difficilissima e pesante, sia perché non ci possiamo permettere di creare situazioni di disagio sociale.

Contemporaneamente, abbiamo suggerito di mettere in campo un piano di sviluppo deciso per la realizzazione al più presto di un Parco Scientifico e Tecnologico Verde, basato sulla ricerca e la produzione nel campo delle energie rinnovabili, del risparmio energetico, delle tecnologie per l’ambiente, ecc…per ridare prospettive e crescita alla nostra economia.

E abbiamo posto in evidenza la necessità di mettere in campo una riforma delle politiche attive del lavoro, per facilitare l’incontro fra domanda e offerta, la riqualificazione dei lavoratori in cerca di occupazione, anche con l’utilizzo di contratti incentivanti, e per verificare la reale disponibilità del lavoratore ad una nuova occupazione il più possibile consona al proprio livello.

Ma ciò che vogliamo dire con molta chiarezza è che il nostro movimento ritiene inammissibile che vengano licenziati o messi in Cassa Integrazione i lavoratori sammarinesi e residenti mentre si continua ad assumere e a far fare straordinari ai frontalieri, magari interinali. Il lassismo che prima, in periodo di espansione, poteva essere tollerabile, ora non lo è più, ed in tal senso il Governo deve avere l’autorevolezza di dare indirizzi chiari alle Parti Sociali.

Sia in caso di licenziamenti o messa in Cassa Integrazione, sia in caso di nuove occupazioni, il nostro movimento ritiene che si debba rendere effettiva la preferenza che già la legge dà ai sammarinesi e ai residenti.

In quest’ottica, la riforma della legge 131/2005 deve mirare a dare più forza all’Ufficio del Lavoro, rendendolo concretamente in grado di controllare adeguatamente, ad esempio:

• la disponibilità dei lavoratori interni per le occupazioni proposte,

• la corrispondenza fra qualifiche ed “esperienze” richieste e posto di lavoro da occupare,

• se tali qualifiche ed “esperienze” eventualmente non presenti siano ottenibili attraverso la formazione incentivata di risorse interne o, in caso negativo, se siano effettivamente presenti in capo al frontaliere assunto e se vengano riconosciute a livello economico
e deve riuscire ad evitare quelle riduzioni di personale “per mansioni” o “per settore” che spesso aprono la strada a licenziamenti di lavoratori sammarinesi o residenti che potrebbero rimanere in azienda con solo un po’ di riqualificazione.

In questa fase, inoltre, particolarmente opportuna è una “moratoria” sui distacchi, in attesa di una riforma più organica della sua disciplina legislativa.

Da parte nostra ci sarà massima attenzione su queste situazioni.

San Marino, 26 Marzo 2009

Alleanza Popolare

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