Fiorenzo Stolfi e
Ivan Foschi, uniti nel promuovere con caparbia determinazione la nascita di un governo inconsistente e traballante che ha come unico fine quello di difendere le loro poltrone, si arrampicano sugli specchi e rivolgono accuse fantasiose ad Alleanza Popolare a proposito della
rogatoria di Asset Banca.
La realtà è semplice e non può essere travisata:
1) un Commissario della Legge ha dichiarato ammissibile la rogatoria presentata dalla Procura di Forlì sul
caso Asset Banca
ed ha quindi autorizzato la trasmissione di informazioni e documenti;
2) le persone coinvolte ed interessate a non dare seguito alla rogatoria hanno presentato ricorso al Giudice di Appello;
3) il Segretario di Stato per gli Affari Esteri ha convocato nel suo ufficio il Magistrato Dirigente, il Commissario della Legge ed il Giudice di Appello per “discutere” la rogatoria della Procura di Forlì sulla quale il Governo non aveva alcuna competenza e la cui evasione riguardava esclusivamente la Magistratura;
4) tale incontro è avvenuto all’insaputa del Segretario di Stato alla Giustizia e del Congresso di Stato;
5) il Segretario di Stato alla Giustizia, anche se adesso sembra essersi pentito, ha giudicato inopportuna l’iniziativa di carattere personale del Collega ed ha espresso
la contrarietà del Governo e sua personale a pressioni di qualsiasi genere sul Tribunale;
6) il Consiglio Grande e generale ha approvato
un ordine del giorno
per rilevare la gravità dei comportamenti messi in atto dal Segretario Stolfi che “prefigurano il mancato rispetto delle prerogative di autonomia e di competenza dei principali organi dello Stato e alimentano un clima di poca chiarezza e trasparenza che può ledere la credibilità delle istituzioni”;
7) il Giudice di Appello ha deciso di accogliere il ricorso e di revocare l’ordinanza con la quale il Commissario della legge – Giudice di Primo Grado aveva ammesso la rogatoria sul caso Asset Banca.
Questi sono i fatti. Il resto sono chiacchiere e tentativi maldestri di ribaltare le responsabilità. Non siamo certamente noi a mettere in discussione l’autonomia dei Giudici o a tentare di condizionarne l’operato, né tantomeno a mettere a rischio il sistema bancario e finanziario sammarinese.
Anche le conclusioni sono abbastanza semplici e conseguenti:
1) il Segretario di Stato Fiorenzo Stolfi, per finalità che non sono state chiarite e che suscitano forti dubbi, ha messo in atto comportamenti inaccettabili, lesivi dell’autonomia della Magistratura e dei principi di correttezza che dovrebbero caratterizzare l’operato ed i rapporti dei membri del Congresso di Stato;
2) la decisione di non collaborare in alcun modo con la magistratura italiana nella ricerca della verità, pur nella salvaguardia della sovranità della Repubblica e nella tutela del suo sistema bancario, comporterà inevitabilmente, soprattutto dopo il pesante intervento del Segretario Stolfi, un aumento della tensione fra le Istituzioni dei due paesi e possibili ripercussioni sull’intero sistema.