Approvato il piano per Delta, partecipata Carisp San Marino. Agenzia Dire Torre 1

Approvato il piano per Delta, partecipata Carisp San Marino. Agenzia Dire Torre 1

BANCHE. DELTA-CRRSM, BANCHE CREDITRICI DICONO SI’ A PIANO 

ORA SI RIPARTE E A SETTEMBRE L’AUMENTO DI CAPITALE DA 150 MLN   

E’ stata scritta la parola fine alla  vicenda Delta-Cassa di risparmio di San Marino. Dopo il  commissariamento della holding bolognese, risalente ormai al  maggio 2009 e conseguente alle indagini della procura di Forli’,  e’ arrivata l'”adesione pressoche’ totalitaria” delle circa 100  banche creditrici al piano di ristrutturazione della societa’  messo a punto dai commissari nominati da Banca d’Italia, Bruno  Inzitari, Enzo Ortolan e Antonio Taverna, in base all’articolo  182-bis della legge fallimentare. Ora la prima banca del Titano  per quello che puo’ esulta e apre la fase del rilancio, che passa  anche per l’aumento di capitale da 150 milioni di euro ai ranghi  di partenza una volta finita l’estate.

     “Abbiamo ricevuto comunicazione ufficiale sulla conclusione  della raccolta di adesioni da parte delle banche creditrici”,  dice alla stampa il presidente della Fondazione San Marino Cassa  di risparmio-Sums, Tito Masi, precisando che per quattro delle  cinque societa’ coinvolte (oltre a Delta, sono River holding,  Decto Facto, Carifin e Plusvalore) l’adesione e’ stata del 100%,  del 99,2% per la rimanente. Dunque, “siamo molto soddisfatti per  il risultato, siamo di fronte a una svolta”. Ora si attende solo  il deposito del piano al tribunale di Bologna e la conseguente  omologa, entro al massimo la fine dell’estate. Certo, non  nasconde Masi, “questo piano e’ penalizzante, pagheremo un costo,  ma comunque ora la bufera e’ alla spalle e la Cassa e’ stata  messa in sicurezza”.    I crediti verso Delta ammontano a  circa 1,7 miliardi di euro e nei prossimi quattro anni  rientreranno circa 1,1 miliardi, mentre per la quota “quasi  integrale”, tolto un 10-15%, occorrera’ aspettare fino al 2020.
  Anche perche’ il piano dei commissari, rispetto a quello degli  advisor che poneva i creditori sullo stesso piano, post-pone il  recupero di Crrsm a quello degli altri istituti. Si tratta  comunque, precisa Masi, di “una massa di denaro importante” da  reinvestire sul Titano.
     Certo, ribadisce il presidente dell’istituto, Leone Sibani,  “la sostituzione dei nostri advisor con i commissari nel febbraio  del 2010 ha comportato sacrifici maggiori, ma verso il ceto  creditorio la procedura e’ molto garantista, sia per le banche  che per i dipendenti”. Insomma “si sono allungati i tempi ma i  risultati sono soddisfacenti”. Cosi’ e’ gia’ stata costituita la  new.co per gestire la riscossione dei crediti, formata dalle piu’  importanti banche creditrici tra cui anche, al 10%, Crrsm per  “presidio”.      Per quanto riguarda i dipendenti, una parte verra’ assorbita  dal gruppo Intesa Sanpaolo una volta definite le vendite al  gruppo guidato da Corrado Passera di Sedici banca e Benitos  assicurazioni, una parte dalla new.co e una parte finira’ in  mobilita’ potendo usufruire del fondo messo a punto dal ministro  Giulio Tremonti nel 2010-  Ora Cassa di risparmio guarda al  futuro, con un piano di rilancio “quinquennale flessibile”, che  punta da un lato, spiega Sibani, sul settore del “venture  capital”, per “inserire delle leve finanziarie a favore per  esempio delle imprese che entreranno nel parco scientifico  tecnologico”; dall’altro sulla gestione dei patrimoni, sul  “private banking”, con l’obiettivo di fornire servizi uguali o  migliori a quelli dei Paesi vicini. E la speranza, aggiunge  Sibani, di “operare con trasparenza e liberta’” anche fuori dai  confini sammarinesi. “Il patrimonio da 295 milioni di euro ce lo  potrebbe permettere, anche se nei prossimi ani potremmo ancora  risentire della vicenda Delta”, per cui non si escludono  difficolta’ a recuperare risorse. Per questo in rampa di lancio  c’e’ l’aumento di capitale da 150 milioni di euro, rivolto alla  fondazione, alle istituzioni, in via momentanea, ma anche alla  clientela e a partner esterni, in modo da tornare a essere “la  prima banca per patrimonio del Paese sia in termini assoluti che  relativi”.      Si punta dunque, sintetizza Masi, a un azionariato diffuso,  ora possibile perche’ il bilancio della banca e’ stato  certificato e l’affaire Delta si e’ concluso. “Volevamo essere  sicuri di cio’ che offrivamo- conclude- e a settembre ci saranno  le condizioni per passare dalle parole ai fatti”.          

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