L’INFORMAZIONE DI SAN MARINO 1/09/2008 (Lettera aperta
a Berlusconi, di Marino Cecchetti)
Cavaliere, so di
non aver titoli per rivolgermi a Lei. Non sono italiano e nemmeno un iscritto ai
Circoli della Libertà. Anzi, in tutta sincerità devo confessarLe che, benché sia
un assiduo e convinto frequentatore del Meeting di Rimini fin dalla gestazione
(incontri GS), non ero fra quelli che, alla vecchia fiera, urlavano ‘Silvio,
Silvio dacci la luce’, e nemmeno, nella nuova fiera, mi sono spellato le mani
quando con un saltello ha mostrato il lato B, per rendere tutti edotti della
crescita dei Suoi capelli dopo il trapianto.
L’idea di
scriverLe mi è venuta quando ho sentito Bossi dire: «Il Ponte sullo stretto?
È il piedistallo per la statua che Berlusconi vuole costruirsi».
Ecco, Cavaliere,
se intende passare alla storia con un’opera che celebri i fasti nel modo che Lei
ritiene consono alla Sua personalità, cioè eterno, mi permetterei di suggerirLe
di fare un pensierino alla Repubblica di San Marino. Un Paese, San Marino, che
ha la storia come sua ancella. Poggia su fondamenta così solide da resistere
alle intemperie umane, pur piccolissimo, da 17 secoli. È un tutt’uno con quel
Monte che si chiama Titano proprio per l’aspirazione, mitica, a contendere al
cielo la immortalità.
Basta un’opera
piccola, piccolissima, di poco conto anche in termini finanziari rispetto al
Ponte di Messina, per farLa entrare nella immortalità, se ci ascolta: un
collegamento viario o ferroviario (o entrambi!) fra Adriatico e Titano. Fino
alla base del Titano, basterebbe. Ce l’hanno suggerito McKinsey e Studio
Ambrosetti. Quanto alla immortalità, si fidi. C’è un precedente – quello del
buon Benito – che ne è la prova del nove.
Deferenti
ossequi
Marino
Cecchetti.
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