25/08/1999 Giubileo, Prodi, Vaticano

25/08/1999 Giubileo, Prodi, Vaticano

Giubileo, Prodi, Vaticano

San Marino Oggi 25/08/1999 (Il Giubileo avvicina San Marino e la Città
del Vaticano
)

Sul finire del 1998 il Segretario di Stato per
gli Affari Esteri, Gatti, in una dichiarazione pubblica a proposito della
collocazione di San Marino nell’area dell’Euro, accennò all’apporto del Vaticano
alla favorevole risoluzione della trattativa a Bruxelles con l’Unione Europea.
Un accenno significativo. Se n’è ricavata l’impressione che fra i due Stati ci
sia più di una comunanza di interessi derivante dalla piccolezza di entrambi e
dalla collocazione di entrambi nella penisola italiana.

Altro segno del buon rapporto, attuale, fra San
Marino e Vaticano: decano dei diplomatici accreditati presso la Santa Sede è il
rappresentante sammarinese (G. Galassi). Quando la legazione di San Marino
presso la Santa Sede nacque, nel 1926, la Repubblica dovette impegnarsi a far sì
che il suo rappresentante non superasse una certa anzianità proprio per evitare
tale eventualità.

Erano anni – quelli attorno al 1926 – difficili
sia per la Santa Sede che per la Repubblica. Richiedevano, da parte di ambedue,
un comportamento prudente. La Repubblica stava appena uscendo dal periodo di
fibrillazione iniziato quattro anni prima con l’arrivo al potere, in Italia, del
fascismo, dalla cui onda di nazionalismo si era vista – seriamente? –
minacciata. Il Vaticano stava avvertendo i primi segni concreti di disgelo nei
rapporti con l’Italia, dopo il 1870.

Per la Repubblica la istituzione della legazione
presso il Vaticano costituì, nel 1926,  il primo riconoscimento della sua
indipendenza. Indipendenza misconosciuta da molti ambienti politici. Addirittura
anche da studiosi di diritto internazionale, che citavano proprio la Repubblica
di San Marino come esempio di protettorato in Europa (per l’espressione
“amicizia protettrice” presente nella convenzione italo-sammarinese).

Il Vaticano, insomma, nel 1926, è stato di
grande aiuto alla Repubblica. Grazie al Vaticano la Repubblica ha potuto
affermare più chiaramente la sua identità di Stato verso il Regno d’Italia
formatosi a seguito della unificazione politica della penisola. Le cose
potrebbero ripetersi nei confronti della nuova realtà politica costituita dalla
Unione Europea? Quanto avvenuto a proposito della trattativa per l’Euro fa ben
sperare. Del resto San Marino non realizza in sé un’idea di libertà che è frutto
della civiltà cristiana del medioevo, substrato e fondamento della nuova Europa,
come dice Prodi nel suo ultimo libro (‘Un’idea dell’Europa’), citando gli ultimi
papi e il card. Martini? E questa idea di libertà sul Titano non ha potuto
svilupparsi proprio grazie ai papi che, nei loro domini, in ogni tempo assai più
di altri monarchi, hanno dato spazio alle autonomie locali?

Il 1926, che per San Marino fu così importante
nei rapporti con l’Italia, era un Anno Giubilare, cioè un Anno Santo (per le
chiese locali). Sul Titano la ricorrenza assunse una connotazione particolare,
 imperniata sul 3 settembre. Nell’occasione fu chiamato a celebrare un
cardinale. L’antica pieve era stata elevata, proprio in quello stesso 1926, a
basilica con un breve papale il quale, fra l’altro, ricordando essere qui
custodite le reliquie del Santo, ne riconobbe, di fatto, l’autenticità.

Anche al 3 settembre del 2000  (Anno Giubilare)
si potrebbe dare una particolare solennità magari invitando a celebrare proprio
il card. Martini, arcivescovo di Milano, in ricordo del vescovo feretrano di
origine milanese Francesco Sormani, cui si deve, nel 1586, la prima ricognizione
delle reliquie del Santo. Il Sormani, uno dei grandi che, sotto la guida di S.
Borromeo, diedero attuazione alla riforma tridentina, già nel Cinquecento
indicava ordinariamente nei suoi documenti questo luogo come Terra
libertatis
.

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