Aspettano la corda da Europopolari per San Marino, Ddc e Gsrs

Aspettano la corda da Europopolari per San Marino, Ddc e Gsrs

Simone Celli, già nell’esordio della conferenza stampa con cui è stato presentato il Gruppo Socialista Riformista nato dalla scissione del Partito dei Socialisti e dei Democratici (coalizione Riforme e Libertà, minoranza in Consiglio Grande e Generale), ha detto chiaramente che è stato un errore escludere Europopolari per San Marino dalla compagine

Psd-Democratici di Centro-Sammarinesi per Libertà- Sinistra Unita

(compagine governativa mai nata per l’improvvisa fuoruscita dal Psd di
Fabio Berardi e Nadia Ottaviani). Errore ribadito ieri sera da Paride Andreoli nel dibattito della Festa dei Moderati al Parco Ausa.
Nella suddetta conferenza stampa è stato precisato che tale mancata accettazione di Eps, in quel governo mai nato, era derivata dal ‘niet’ di Su. Insomma fra i motivi per rompere da parte di Gsrs con la coalizione Riforme e Libertà, c’è anche questo rimprovero pubblico fatto ad Su.

Attaccando Su con questi argomenti ovviamente si cerca, da parte di Gsrs, di acquistare meriti presso Eps. D’altra parte Gsrs ammette di muoversi in tandem con Ddc il quale a sua volta non nasconde il suo diretto privilegiato rapporto con Eps, il quale, ora, fa parte della coalizione Patto per San Marino, maggioranza in Consiglio Grande e Generale.

Insomma viene da concludere che Gsrs e Ddc si aspettano che Eps lanci la corda per farli salire al governo. Nel governo, però, c’è Alleanza Popolare, di cui nella suddetta conferenza stampa è stato detto quanto più male possibile. E nel governo c’è anche Arengo e Libertà formato da Berardi ed Ottaviani
non certo ben visti da Psd e, forse, anche da Gsrs (ex Psd).
Fra l’altro tra Ael e Eps erano intercorsi
propositi di unificazione.
Viene da chiedersi se davanti a tante complicazioni rimane un po’ di tempo ai politici per occuparsi del Paese che, fra l’altro, sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia perché alla crisi economica si associa, per la prima volta dopo un secolo e mezzo, un
pericolo per la sua stessa sovranità.

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