Assunzioni impossibili. Ne parla San Marino Fixing

Assunzioni impossibili. Ne parla San Marino Fixing

Assumere a San Marino è diventata una corsa ad ostacoli. E’ questo il grido d’allarme lanciato dal funzionario Anis, William Vagnini, intervistato da Loris Pironi di San Marino Fixing.

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In un’intervista rilasciata a Fixing, Loris Francini, Dirigente dell’Ufficio del Lavoro ha affermato che ci sono imprese che fanno di tutto per evitare sistematicamente di assumere lavoratori sammarinesi. Al di là dei motivi che possono spingere a questa scelta, vi risulta la stessa cosa?“Per quello che ci riguarda, le imprese associate ANIS hanno tutte una proporzione maggiore di lavoratori sammarinesi rispetto ai frontalieri. Detto questo è palese che non si può accettare il ‘giochino’ di chi a priori respinge candidati sammarinesi idonei perché preferisce i frontalieri. Stiamo comunque parlando di casi isolati, fra l’altro ben noti all’Ufficio del Lavoro e dunque non si può generalizzare e per questo non possono essere penalizzate tutte le imprese del Paese. E poi c’è un’altra anomalia che va risolta: non è possibile che un’impresa, una volta effettuati i vari colloqui e scoperto che non c’è in lista alcun profilo corrispondente alle proprie esigenze, una volta effettuati i colloqui con i frontalieri e trovata la persona giusta, si veda bloccare il tutto perché magari è saltato fuori un nuovo profilo residente da esaminare”.È un problema di tempistiche.“È chiaramente un problema di tempi. L’assunzione non può essere un percorso ad ostacoli. Quello che può essere fatto per snellire le procedure, per allentare la burocrazia, può e deve essere fatto. Molti di questi ostacoli, siamo convinti che possano essere eliminati, con il miglioramento della descrizione dei profili professionali, con la facilitazione on-line dell’incontro tra domanda e offerta. Dalla riforma ci aspettiamo uno snellimento della tempistica e della procedure. Del resto è interesse di entrambe le parti, impresa e lavoratore”.Finora in effetti abbiamo parlato delle esigenze delle imprese, ma anche per il lavoratore valgono gli stessi discorsi.“Essere costretti a prendere parte a una serie di colloqui di lavoro che si sa per certo non ti porteranno da nessuna parte diventa avvilente, non c’è dubbio”.

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