Augusto Michelotti: interpellanza su frane a San Marino

Augusto Michelotti: interpellanza su frane a San Marino

L’andamento climatico di quest’inverno ‘caldo’ e senza nevicate significative, è stato contraddistinto da piogge torrenziali che hanno innescato, in un territorio come il nostro fortemente antropizzato, fenomeni franosi di terreni anche e soprattutto in vicinanza di zone abitate e di strade pubbliche.

Questi cedimenti mettono e hanno messo a rischio la sicurezza dei cittadini e la stabilità delle abitazioni. Fortunatamente gli episodi sammarinesi sono stati di piccole dimensioni e dunque controllabili dal punto di vista del rischio mentre ad esempio la frana del masso di San Leo ha fatto notizia per la sua imponenza – 150 metri lineari di fronte roccioso – e la sua pericolosità.

Tuttavia le ultime frane hanno messo in evidenza un alto tasso di criticità del sistema di gestione e d’intervento sulle zone a più alto rischio di collasso franoso, soprattutto quelle classificate come aree calanchive e precalanchive.

Ricordo che queste ultime sono state oggetto, di periodici interventi di risanamento, così come previsto dalle norme relative al recupero e alla gestione dei calanchi che circondano il nostro monte (Piano di Bonifica delle zone Calanchive). Il Piano, che quando è stato avviato era veramente all’avanguardia, ha dato frutti eccellenti e quasi tutte le aree calanchive del territorio sono state domate, imbrigliate e tenute costantemente sotto controllo. A Piano concluso, si è proceduto con nuove tecniche di ingegneria naturalistica e nuovi sistemi di semina e rivestimento delle superfici calanchive. Questa continua opera di prevenzione ci ha probabilmente salvato da quei disastri che realtà limitrofe alla nostra registrano con drammatica frequenza.

Il nostro territorio, devastato da un’edilizia incontrollata sia residenziale che produttivo-commerciale con il suo seguito di infrastrutture come strade, parcheggi, asfalto, si è trovato sbilanciato soprattutto nella gestione delle acque meteoriche, che sono la causa principale delle frane sparse. Inoltre la noncuranza degli addetti alla gestione e alla coltivazione dei terreni agricoli ha generato una deriva comportamentale dove ognuno si sente autorizzato a lavorare la terra senza attuare la benché minima salvaguardia per l’irreggimentazione delle acque meteoriche come si faceva un tempo. Le acque scendono incontrollate e mal canalizzate dai versanti lavorati e provocano spesso smottamenti e dissesti gravi e imprevedibili anche in zone fino a pochi anni fa non considerate a rischio.

A fronte della preoccupante inerzia del Governo a intraprendere le misure necessarie ad arginare questi gravi fenomeni e in ragione di quanto sopra illustrato, si interpella il Governo per conoscere gli intendimenti della sua condotta in materia di salvaguardia territoriale e in particolare:

quali provvedimenti intende prendere per risolvere in via definitiva alcune situazioni ad alto rischio e urgenti per la sicurezza degli abitanti coinvolti, direttamente e indirettamente, da tali eventi accaduti di recente;

se intende approntare temporaneamente un programma d’intervento per la gestione dei fenomeni calamitosi più imprevedibili;

se intende garantire, in tempi ragionevoli, gli stanziamenti necessari alla risoluzione di sopravvenute emergenze con particolare riferimento alle opere necessarie a salvaguardare la sicurezza dei cittadini.

se intende attuare una informazione chiara e tempestiva per aggiornare i cittadini sulle priorità degli interventi e su tempi, modalità e tecniche che verranno utilizzate;

se intende rivedere la normativa esistente per la gestione degli interventi su territori a rischio di cedimenti idrogeologici, determinando le fasce di rischio fino alla soglia di calamità naturale, le responsabilità soggettive ed oggettive, e la distinzione tra interventi di interesse pubblico e quelli di interesse privato.

SINISTRA UNITA

Il consigliere Augusto Michelotti

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