Auto Reggini presenta ‘Artic to Acatama’

Auto Reggini presenta ‘Artic to Acatama’

Si è tenuta oggi giovedì 28 gennaio 2016 alle 11.30 presso lo Showroom Audi della Concessionaria Reggini di San Marino (Strada Rovereta 52) la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa ‘Artic to Atacama’ dell’ultrarunner avventuriero Stefano Gregoretti, testimonial Audi della Concessionaria Reggini e Audi innovator per il progetto “Innovative Thinking”.

Una Sfida al limite delle possibilità umane, spedizione nei luoghi più inospitali della terra per conoscere nuovi territori e culture, per scoprire gli effetti dell’uomo sul delicato equilibrio ambientale e climatico condividendo tutte queste esperienze con i giovani, ispirandoli e motivandoli!

STEFANO GREGORETTI, ultrarunner italiano e unico testimonial sportivo del progetto Innovative Thinking per Audi Italia, presenta la prima delle due avventure che lo impegneranno duramente per i prossimi mesi.

A metà febbraio, con il suo compagno d’avventure Ray Zahab e l’ultrarunner Jen Segger, entrambi canadesi, affronterà in un’unica spedizione temperature che coprono un’escursione termica pari a 100 gradi centigradi! In che modo? Passando dai -50°C dell’inverno artico canadese, ai +50°C del deserto cileno di Atacama, il tutto in autosufficienza, cioè portando con sé le scorte di cibo e gli elementi tecnici necessari alla sopravvivenza.

Una grande novità per Gregoretti e compagni sarà costituita dalla modalità di locomozione della spedizione: per la prima volta, infatti, l’ultrarunner noto in tutto il mondo per le sue imprese di resistenza, si muoverà su due ruote: per l’esattezza utilizzerà due mountain bike, in funzione del territorio che affronterà.

La spedizione si apre al freddo; in sella alle loro fat bike, mountain bike con pneumatici molto larghi dotate di 600 chiodi ciascuno, pedaleranno per circa 350 km, senza supporti esterni, attraversando l’Oceano Artico (congelato chiaramente) dal paese inuit Qikiqtarjuaq sull’Isola di Baffin, alla comunità di Pangnirtung. Saranno seriamente messi alla prova dall’estremo inverno artico e si spera non incrocino alcun orso polare! 

“Il pack sarà la nostra pista – ha dichiarato Gregoretti – al momento non ci sono tempistiche o velocità di percorrenza perché da quanto ci risulta nessuno mai ha affrontato una sfida del genere. Mangeremo legumi preparati a casa e olio di cocco per attrarre il meno possibile il sensibile olfatto degli orsi bianchi. Di notte dormiremo in tenda e saremo protetti da un recinto a cui è collegato un allarme che ci segnalerà l’eventuale presenza di potenziali rischi. Cercheremo di chiudere la porzione di spedizione artica in 4-5 giorni. Qui saremo completamente da soli, saranno complicate anche le comunicazioni”.

Appena arrivati a destinazione, saliranno su un aeroplano diretto in Sud America; una volta atterrati salteranno in sella a una classica mountain bike cercando di coprire il percorso (già intrapreso da Zahab alcuni anni fa) di 1.200 km che attraversa da Nord a Sud il deserto di Atacama, il luogo più arido della Terra, su altitudini di 2.000/3.000 metri. La temperatura potrebbe superare i 50°C, e loro saranno in mountain bike, in piena estate cilena. 

“Nella parte calda della nostra impresa – ha spiegato Gregoretti – saremo messi duramente alla prova dai raggi ultravioletti. In questa parte del globo il buco nell’ozono è particolarmente accentuato e per proteggerci dovremo pedalare completamente coperti. Ci vorranno almeno 10 giorni per completare l’intero tragitto. In questa parte di spedizione non corriamo il rischio di essere facili prede, né di imbatterci in serpenti o invertebrati velenosi e potremo contare sul rifornimento idrico una volta ogni sera. Faremo il carico di acqua che trasporteremo ogni giorno su borracce e bisacce installate sulle nostre biciclette. 

Sperimenteremo anche il funzionamento e la resistenza di nuovi materiali tecnici e il funzionamento di tecnologie di ultima generazione. La spedizione sarà un vero test fisico e tecnico. In Cile saremo sempre connessi con il mondo e da casa chi vorrà potrà seguirci via satellite monitorando i nostri spostamenti. Racconteremo le nostre esperienze e posteremo fotografie e video attraverso la pagina internet www.stefanogregoretti.com e dal profilo Facebook Stefano Gregoretti X-Runner”. 

Per la seconda spedizione dell’anno dovremo aspettare gli ultimi mesi del 2016; destinazione Namibia. Un viaggio di oltre 2.000 km, di corsa nel Namib Desert, dai confini dell’Angola fino al Sud Africa. Un percorso che di sicuro metterà a dura prova la loro tempra e il loro fisico…ma di questo avremo modo di parlare più avanti.

BIOGRAFIE

STEFANO GREGORETTI, nato nel 1974 a Rimini, è agronomo di professione e vive a Riccione. Ama lo sport fin da ragazzino; tra pallanuoto e attività fisica in alta montagna, si avvicina alle competizioni agonistiche nel 2006, a 32 anni, con il Triathlon. Diversi gli Iron Man portati a termine (3,8 km di nuoto, 180 km di bici, 42 km di corsa), in Europa e negli Stati Uniti. Ma già dal 2008 abbraccia in pieno lo sport che diventerà quasi ragione di vita e passione indiscussa, il trailrunning, la corsa ‘fuoristrada’. Nel giro di soli 5 anni, questa passione lo porterà dalle gare più importanti a livello nazionale, fino alla vittoria di ultratrail internazionali. Grazie al suo carisma e ad un’ottima padronanza della lingua inglese, Stefano instaura amicizie ovunque, tra queste la più importante con colui che lo porterà oltre le gare stesse, verso vere e proprie spedizioni.

RAY ZAHAB, canadese ultrarunner detentore di diversi record di traversata in giro per il mondo (il più noto quello del Deserto del Sahara, 7500 km in 110 giorni senza un giorno di riposo!), trova in Stefano il compagno perfetto per portare avanti i suoi progetti ambiziosi sia come atleta che come fondatore di Impossible to Possible. È nell’aprile del 2014 che Stefano, Ray ed altri due atleti canadesi, portano a termine una sfida al limite del possibile tra i ghiacci del Canada Artico, Isola di Baffin. Ed è record; solamente 47 ore per percorrere 150 km, passo sul ghiacciaio compreso, trainando una slitta di 40 kg, con 51° gradi sotto lo zero e il vento gelido dell’artico.

A gennaio 2015 sono stati protagonisti di un’altra sfida epica. In 20 giorni hanno percorso 1000 km, in media 50 al giorno, partendo dalla costa dell’oceano Atlantico nel deserto della Patagonia, fino ad arrivare oltre le Ande, a lambire il Pacifico. 

 

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