Banca Centrale e Consiglio

Banca Centrale e Consiglio

Questa mattina i consiglieri Giovanni Lonfernini e Pier marino Mularoni hanno depositato, presso la Segreteria Istituzionale, il progetto di Legge “Modifiche alla Legge 29 Giugno 2005 n°96” (Statuto della Banca Centrale della Repubblica di San Marino).

Il presente progetto di Legge nasce in ragione di una necessaria riflessione anche a seguito dei recenti episodi che hanno messo in evidenza il ruolo e l’importanza della Banca centrale all’interno dell’Ordinamento Sammarinese.

Con questa proposta, che punta alla Modifica all’art. 4 “Responsabilità della Banca Centrale” di cui alla Legge 29 giugno 2005 n. 96, si vuole raggiungere l’obiettivo di rafforzare il collegamento tra il Consiglio Grande e Generale e Banca Centrale.

Si pone infatti in evidenza il punto secondo cui, per il raggiungimento delle sue finalità, la Banca Centrale risponde al Consiglio Grande e Generale.

Entro il 31 dicembre di ogni anno Banca Centrale sarà chiamata a prestare un’audizione dinnanzi al Consiglio Grande e Generale o alla Commissione Consiliare Permanente Affari Esteri (Emigrazione ed Immigrazione, Sicurezza e Ordine Pubblico, Informazione) e la Commissione Consiliare Permanente Finanze (Bilancio e Programmazione; Artigianato, Industria, Commercio; Turismo, Servizi, Trasporti e Telecomunicazioni, Lavoro e Cooperazione), riunite in seduta congiunta.

E’ inoltre facoltà di Banca Centrale chiedere di tenere un’audizione Consiglio Grande e Generale.

Non solo, in occasione della presentazione del bilancio annuale, Banca Centrale presenterà al Consiglio Grande e Generale, una relazione consuntiva contenente il resoconto dell’attività svolta nell’anno precedente e fornirà informazioni sull’andamento del sistema finanziario.

Un altro punto saliente della proposta di Legge è quello relativo ai requisiti dei dipendenti, di ogni ordine e grado, di Banca Centrale.

Due saranno i requisiti principali – oltre ovviamente alle capacità tecniche e professionali previste dal ruolo – ovvero: il possesso della cittadinanza sammarinese o della residenza.

Riteniamo che la politica debba scegliere di investire – con maggiore convinzione – nella formazione dei giovani sammarinesi, per dare all’intero Paese la possibilità, reale, di occupare un posto del mondo. Canali privilegiati qualità e competitività, strumenti necessari per fronteggiare le sfide di un presente in continua evoluzione, di un futuro con il quale si può fare i conti solo se se ne hanno gli strumenti.

Mesi fa avevamo espresso il nostro favore verso la nomina di un cittadino sammarinese alla presidenza di Banca centrale.

Si trattava di una precisa posizione politica per porre un tema che oggi si pone in maniera dirompente nel nostro Stato: quello della formazione di una classe dirigente (intesa a tutto tondo) sammarinese.

Senza essere fraintesi e considerati retorici e demagogici rileviamo solo un fatto, tra l’altro inconfutabile: oggi gran parte dei punti i punti apicali di responsabilità sono in gran parte ricoperti da figure non sammarinesi.

Figure di altissimo livello e professionalità, alle quali va tributato massimo rispetto e ringraziamento.

Ma dietro di queste figure non sono create le condizioni per avviare un percorso di crescita di una classe dirigente sammarinese.

Questa scelta è quindi dettata dalla necessità di rafforzare, non solo il legame con il territorio, ma anche per sollecitare pragmaticamente quel percorso di formazione della classe dirigente sammarinese da più parti invocato.

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