Banco Emiliano Romagnolo e San Marino. Claudio Visani, salvagente.it

Banco Emiliano Romagnolo e San Marino. Claudio Visani, salvagente.it

Ber: a Bologna 13 indagati per truffa e riciclaggio

Un’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica.

Bloccati i conti correnti.

Gli affari con San Marino.

Claudio Visani

 

Non c’è solo il commissariamento e il blocco di tutti i conti correnti e depositi dei clienti disposto da Bankitalia nella incredibile vicenda del Banco Emiliano Romagnolo.
C’è anche un’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Bologna, che vede ben 13 persone indagate per truffa, infedeltà patrimoniale e riciclaggio.
Il pm Gustapane sta indagando su un giro di ingenti somme di denaro con San Marino.
Una costante – questa dei rapporti con la Repubblica del Titano – che accomuna tutte e 4 le banche commissariate negli ultimi mesi in Emilia-Romagna (oltre a BER, il gruppo Banca Delta, Carim di Rimini e Banca di Romagna).
 
Una clientela molto facoltosa
BER banca è caratterizzata da una clientela molto facoltosa e fino a poco tempo fa vedeva tra i propri azionisti Nicoletta Mantovani e altri eredi di Luciano Pavarotti, l’ex presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Massimo Bucci,  l’ex direttore di Carisbo, Paolo Lelli, ed altri big del mondo imprenditoriale e bancario bolognese.
 
Un buco di 10 milioni di euro
La “private banking” con sede in via Farini e unico sportello in via Castiglione a Bologna, alcuni anni fa era già scivolata sulla gestione dei “derivati” con un “buco”, si dice, di circa 10 milioni di euro.
Per l’istituto di credito dei Vip bolognesi il destino pare ora segnato: fallimento e liquidazione. Ma sono in corso trattative con gruppi bancari importanti (Banca Intesa, Banca Popolare dell’Emilia-Romagna, che sarebbero esposti con BER) affinché ne rilevino le attività e le passività.
 
Un’operazione entro la Befana
Operazione che dovrebbe essere portata in porto entro la Befana, pena la proroga del blocco di conti e depositi, decisa da Bankitalia il 6 dicembre, per un mese, “salvo proroghe”, per l’appunto. Ma per una trentina di dipendenti scatterà comunque, il 22 dicembre, il licenziamento. E’ stato raggiunto un accordo sindacale che permetterà loro di accedere al Fondo bancario emergenziale che consente l’erogazione di un assegno di disoccupazione per due anni.  Intanto il Codacons ha annunciato un’azione civile collettiva per tutelare gli azionisti di minoranza del Banco Emiliano Romagnolo. L’azione riguarderebbe per ora circa 40 clienti. “Ma la speranza – ha detto il vicepresidente del Codacons, Bruno Barbieri – è di raccogliere i mandati di tutti i circa 200 piccoli azionisti e di tutti i clienti di BER». «La forma che abbiamo scelto – ha spiegato Barbieri – è quella della causa civile personale per “mala gestio” contro gli ex membri del consiglio d’amministrazione e del collegio sindacale, o loro eredi, oltre che contro l’ex amministratore delegato di BER. In questo modo i responsabili, imprenditori molto facoltosi, potranno con i loro patrimoni pagare i rimborsi”.
 
Azionisti e clienti nel panico
Azionisti e clienti sarebbero molto preoccupati per i loro capitali (in alcuni casi svariati milioni) affidati all’istituto bolognese. Tanto che, quando si sparse la voce del commissariamento, fu proprio la richiesta di rientro di queste persone a portare al decreto di blocco dei conti da parte di Bankitalia “per mancanza di liquidità”.
Alcuni di questi clienti e azionisti Vip sarebbero già in causa con BER per investimenti in obbligazioni Lehman Brothers fatti quando il rischio legato ai prodotti della banca era già aumentato.
 
Le notizie precedenti: bloccati i depositi

Sono stati bloccati da Bankitalia i conti correnti e i depositi dei clienti del Banco Emiliano Romagnolo (BER), sede legale e operativa in via Farini e unico sportello in via Castiglione, già commissariato dall’8 luglio 2009 per “gravi irregolarità”. Si tratta di una misura eccezionale, decisa con decreto del 6 dicembre scorso e motivata dalla “insufficiente liquidità” dopo che quasi tutti i correntisti avevano chiesto la restituzione dei loro depositi. Il Ber è una “private banking” fondata nel 1998 da un gruppo di industriali ed ex dirigenti di Carisbo e Unicredit. Un piccolo istituto di credito (33 dipendenti) ma dai grandi propositi (“Spariglieremo gli assetti bancari bolognesi” – scrivevano i manager solo pochi anni fa – “siamo la Cassa di Risparmio del futuro”), diventato ben presto la banca di numerosi Vip bolognesi ed emiliano-romagnoli.

 

Come sono iniziati i guai
Tra gli azionisti figuravano la vedova di Luciano Pavarotti, Nicoletta Mantovani, altri eredi del tenore, l’ex presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Massimo Bucci, l’ex direttore di Carisbo, Paolo Lelli.
La banca raccoglieva i cospicui risparmi dei ricchi e li investiva dove avrebbero dovuto rendere di più. Ma le cose con l’avvento della crisi finanziaria non sono andate bene: un paio di anni fa è inciampata nella gestione dei “derivati”, ha fatto un “buco” da 10 milioni di euro, ci sono stati 4 esposti, la Procura di Bologna ha aperto un’inchiesta e un funzionario di Ber è stato accusato di truffa e altri reati.

Era solo l’inizio dei guai per questa banca che faceva solo raccolta e investimenti senza adeguata copertura patrimoniale.

 

Il commissariamento
A luglio dello scorso anno, 6 giorni dopo aver varato un aumento di capitale di 9 milioni di euro e al termine di una ispezione della Banca d’Italia durata alcuni mesi, il Ber veniva commissariato con decreto del ministero del Tesoro. Motivo: “gravi irregolarità gestionali”, crediti concessi senza adeguate garanzie, difficoltà patrimoniali.

Il commissariamento della Banca dei Vip è stato gestito inizialmente con grande riserbo. Poi però è uscito un trafiletto su un giornale,  la voce si è sparsa, i Vip sono corsi in banca per ritirare i loro depositi, ma i soldi non c’erano.

 

Bankitalia blocca tutto
Così Bankitalia ha dovuto emettere il decreto con cui blocca l’operatività della banca. “Stante il ricorso di circostanze eccezionali che si sostanziano nell’insufficienza delle disponibilità liquide, si delibera la sospensione del pagamento delle passività di qualsiasi genere e della restituzione degli strumenti finanziari alla clientela”, recita il provvedimento.
In pratica, tutti i conti correnti e depositi finanziari della clientela sono bloccati. Una misura, dice Bankitalia, transitoria, “per un mese, salvo proroghe”.
Lo sblocco dei conti è legato all’esito delle trattative in corso con alcuni grandi gruppi bancari (Banca Intesa, Banca Popolare dell’Emilia-Romagna) che essendo esposti con Ber potrebbero rilevarne le attività, passività comprese, ma senza personale.

Per una trentina di dipendenti destinati al licenziamento è stato raggiunto nei giorni scorsi un accordo sindacale che prevede il loro accesso al Fondo emergenziale delle banche che garantisce due anni di indennità di disoccupazione. La sorte del Banco dei Vip, invece, pare inesorabilmente segnata: fallimento e liquidazione.

 

Le banche commissariate o in crisi in Emilia Romagna
Il Ber è il secondo istituto di credito bolognese in pochi mesi ad essere messo in amministrazione controllata.
Prima, sempre nell’estate 2009, c’era stato il commissariamento di Delta Banca, gruppo bancario con sede centrale a Bologna ma con diverse ramificazioni in tutta Italia, specializzato nel credito al consumo e controllore di “Sedici Banca”. Il Gruppo è stato implicato nelle vicende di riciclaggio e mancata trasparenza legate a rapporti irregolari con la Cassa di Risparmio di San Marino, ed è avviato alla liquidazione.
Se si allarga lo sguardo all’Emilia-Romagna, le banche commissariate  salgono a 4. C’è la potente Cassa di Risparmio di Rimini  (Carim), la più importante banca delle capitale delle vacanze, 900 dipendenti, alcune banche controllate, sportelli anche a Roma, posta in amministrazione controllata a fine settembre scorso.
E c’è il Credito di Romagna, la banca privata del “padre padrone” Giovanni Mercatini, con filiali in tutta la Romagna e anche a Bologna, finita nel mirino della magistratura e di Bankitalia nella primavera dello scorso anno. Entrambe sono state commissariate per “gravi irregolarità” legate ai rapporti poco chiari con istituti di credito della Repubblica di San Marino: riciclaggio e mancata trasparenza nel primo caso, riciclaggio e usura nel secondo.
Questi commissariamenti sono la punta dell’iceberg di un mondo, quello creditizio, coinvolto pienamente dalla crisi economica e da una finanza sempre più “drogata”.
Nella nostra regione, intanto, cominciano ad essere parecchie le banche, anche di primaria importanza, che quest’anno chiuderanno i bilanci in rosso. E sono circa 4 mila i bancari coinvolti nelle crisi delle banche per le quali lavorano.

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