La Tribuna Sammarinese
Cessione di Bcs: ecco i
dettagli relativi alla bad bank rimasta in gestione ai commissari
Banca
Commerciale: una pericolosissima operazione che mette a rischio il bilancio
dello Stato
Spunta l’atto di vendita (segreto) di parte della banca
che mette a nudo un ammontare di partite ancora aperte scaricate sulla parte
‘bad’ capaci di compromettere la finanza pubblica
Giuseppe Maria Morganti
Documenti riservatissimi, blindati agli occhi delle stesse autorità chiamate a decidere sui singoli cespiti (vedi il Consiglio dei XII), liberatorie nei confronti dei vecchi amministratori, contabilità che per oltre un terzo vengono giudicate non cedibili in quanto compromesse: le condizioni che hanno caratterizzato il trasferimento di proprietà di Banca Commerciale aprono nuove perplessità e interrogativi. Di certo nessun appunto può essere mosso all’acquirente, intervenuto su insistente richiesta di Banca Centrale, per sanare almeno parzialmente una situazione che risultava notevolmente pregiudicata. Asset Banca ha infatti esercitato il proprio diritto di intervenire finanziariamente su voci dell’attivo e del passivo che fossero certe e non compromesse da rapporti giuridici complessi fra l’amministrazione della Banca Commerciale e la propria clientela. Il dato che emerge sull’altra parte, quella definita dal contratto segreto di vendita “Situazione contabile non ceduta”, spaventa. Il 40% dell’attivo (circa 70 milioni compensati da 11 milioni di fondo rischi) e il 44% del passivo (69 milioni) sono stati considerati dai commissari straordinari crediti e debiti della banca aventi problematiche tali da non poter essere ceduti. Mentre la routine indica come un credito manifesti questa caratteristica quando il cliente non si trova più nelle condizioni di pagare, più inquietante si fa il ragionamento quando ‘bad’ viene classificato un debito di una banca. Ci si trova infatti di fronte a depositi che per le loro caratteristiche non possono che essere classificati di dubbia natura. Di fatto a fronte al netto di 59 milioni di crediti difficili da incassare, la copertura è rappresentata da una partita di 69 milioni di depositi la cui destinazione può essere decisa solo dal tribunale. Questi i dati che compongono il bilancio della bad bank gestita ancora dai commissari di Banca Centrale. Firmando l’atto di vendita i vecchi soci non hanno più responsabilità sulla sorte di quanto si determinerà una volta che la bad bank chiuderà il proprio bilancio, ma neppure la parte restante dei creditori, quelli ceduti in blocco, non subirà più alcuna conseguenza che di solito coinvolge tutti coloro che hanno in corso impegni con un’azienda quando questa si trova nella fase fallimentare. Di fatto la netta separazione delle componenti positive da quelle negative e il combinato disposto dei decreti emanati nelle ultime settimane dal governo in materia bancaria, fa nascere il dubbio che l’intero rischio di questa pericolosissima operazione, possa ricadere sul bilancio dello Stato. In particolare la riapertura dei termini del decreto che ha già trasferito 30 milioni di perdite del Credito Sammarinese sul bilancio dello Stato e la sua estensione anche alle banche in amministrazione controllata non può che fare pensare al caso Bcs. Il medesimo pensiero riguarda il decreto che prevede che i soldi confiscati nel corso di procedure giudiziarie possano essere utilizzati per sanare i deficit prodotti dalle banche. Sono questi elementi che fanno ritenere che Banca Centrale abbia fornito precise indicazioni affinchè dietro ai ripetuti default giungesse poi la copertura pubblica. Di fatto la stabilità della finanza pubblica si mette a rischio non per salvare, ma per pagare i default di alcune banche.