Camorra a San Marino, il dibattito in Consiglio. Agenzia Dire Torre1

Camorra a San Marino, il dibattito in Consiglio. Agenzia Dire Torre1

RICICLAGGIO. MAGGIORANZA PERPLESSA SU COMMISSIONE INCHIESTA

BARTOLETTI (DC) UNICO FAVOREVOLE-

OPPOSIZIONI COMPATTE PER IL SI’  

 Pressing sulla commissione antimafia, divergenze sull’opportunita’ di una commissione d’inchiesta, c’e’ chi poi propone un governo di salvezza nazionale e chi invece suggerisce una fase di “lotta a tutto campo” contro la criminalita’ organizzata. La sessione pomeridiana del Consiglio grande e generale prosegue con il dibattito dedicato alla vicenda Fincapital, giunto a meta’ dei 41 interventi previsti. I consiglieri cercano di giungere a una posizione condivisa sulla vicenda Fincapital che non ha soltanto confermato la presenza della malavita sul Titano, ma soprattutto ha tirato in ballo legami tra camorra, affari e politica.
    Nel suo intervento, Giovanni Lonfernini, Upr, bacchetta i suoi colleghi che appaiono stupiti: “I fatti non possono essere liquidati come non prevedibili”, spiega, ricordando le iniziative portate avanti da tempo dal suo partito sul caso Fincapital, dalle interpellanze alla richiesta di notizie sul sequestro lampo del figlio di “un professionista sammarinese”, avanzato il 7 giugno scorso, fatto che avrebbe riguardato direttamente la famiglia del notaio Livio Bacciocchi. “Oggi- manda a dire all’Aula- le istituzioni devono andare fino in fondo perche’ la strada del rilancio del rapporto tra Italia e San Marino deve prevedere atti forti”. Lonfernini esorta quindi il governo “a ragionare con l’opposizione per uscire dalla palude”. In sostanza, rilancia cosi’ la proposta di un governo di salvezza nazionale che piace anche a Giuseppe Maria Morganti, Psd, tanto da chiedere all’Aula di “tenerla in considerazione”.
Dal fronte della maggioranza, Gian Nicola Berti, Ns, esorta a uno scatto d’orgoglio la classe politica, all’indomani delle dichiarazioni di uno dei sammarinesi coinvolti nell’operazione Staffa, ovvero Roberto Zavoli, socio in affari di Franco Vallefuoco. “Noi non ci stiamo sotto ricatto”, manda a dire, rispetto all’aut aut lanciato dal latitante, ovvero la minaccia di fare i nomi dei politici collusi con la camorra, se non aiutato. “Dobbiamo tutti andare davanti alla magistratura affinche’ dica davvero chi sono i politici coinvolti”, chiede Berti.
    Berti boccia quindi la proposta, lanciata nei giorni scorsi da Upr e Su, di avviare subito una commissione d’inchiesta: “Non spetta a quest’Aula cercare responsabilita’”, motiva.
 Diversamente, il consigliere del Patto chiede di accelerare sull’istituzione della commissione antimafia.
    Sia che la palla passi a questa o alla commissione d’inchiesta, “l’importante e’ dare un segnale di volonta’ di intervento”, sostiene Fiorenzo Stolfi, consigliere del Psd che lascia quindi una porta aperta ad entrambe le soluzioni. Ma soprattutto, lancia un’ulteriore proposta: “Purtroppo fino ad oggi le segnalazioni di questi fenomeni sono arrivate dall’esterno- osserva- e’ la dimostrazione che ancora non siamo pienamente attrezzati per farvi fronte da soli”. Percio’, “per i prossimi anni- propone- dobbiamo fare ricorso a leggi speciali”
 per portare avanti “una lotta a tutto campo e senza quartiere”
 alla criminalita’ organizzata.
Nessuna iniziativa potra’ avere effetti, per il segretario di Stato per gli affari interni, Valeria Ciavatta, senza il coordinamento degli organi di vigilanza e delle forze di polizia. Ciavatta solleva un problema interno con cui fare necessariamente i conti: “Senza la messa a sistema- lamenta- possiamo fare tutte le commissioni di mafia che vogliamo, ma nessuna parte e’ in grado di svolgere il proprio compito se si agisce a compartimenti stagni”. In piu’, un tassello mancante e’ l’accordo con l’Italia per la collaborazione delle forze di polizia, una firma “estremamente importante”. Il segretario boccia invece la proposta di una commissione d’inchiesta, bollata come “inopportuna”.
    Bacchetta i suoi colleghi invece Silvia Cecchetti, Psrs, per l’aver dato vita a un dibattito troppo morbido. “I sammarinesi si sono svegliati increduli in un Paese dove giravano i mafiosi”. Di fronte a quanto emerso, “non c’e’ dubbio che la politica abbia delle responsabilita’” e lo strumento per fugare ogni dubbio e’, per Cecchetti, la commissione d’inchiesta: “L’abbiamo istituita per cose molto meno importanti”. Pollice verso invece da parte di Stefano Palmieri, Ap: “Non credo sia l’arma giusta- dice- piuttosto acceleriamo i tempi sulla commissione antimafia”. Tra le file della maggioranza, la commissione d’inchiesta trova una voce favorevole in Federico Bartoletti, Pdcs: “In questa vicenda non ci sono solo questioni di carattere penale o di vigilanza che a noi non competono, ma c’e’ anche una presunta vicinanza con il potere politico su cui bisogna fare chiarezza”.     Infine, Vanessa Muratori, consigliere di Sinistra unita, denuncia la mancanza, nell’ordinamento giudiziario sammarinese, del reato di concorso esterno in associazione mafiosa: “Chi fa la testa di ponte qui non e’ perseguibile, ma ci porta la mafia in casa”. Il Titano e’ in conclusione “un paese adorabile per le mafie a causa delle sue carenze normative e amministrative”.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy