Cari Sammarinesi siete veramente stanchi?

Cari Sammarinesi siete veramente stanchi?

Cari Sammarinesi siete veramente stanchi? Così come dite d’esserlo, così come sembrerebbe emergere guardando i giornali, seguendo le interviste, leggendo gli studi statistici, ascoltando il popolo dei bar o carpendo chiacchiericci tipici delle lunghe attesa da corsia ospedaliera o dalla parrucchiera?

Sono tutti uguali? Tutti incapaci? Tutti corrotti?… E noi?, Noi stessi! Noi! dove si era negli ultimi vent’anni?

Ve lo dico io dov’eravamo! Ce ne stavamo in casa ad ogni tornata elettorale con la tavola imbandita sul nuovo corredo ad aspettare, sorridenti e speranzosi, il rappresentante di turno “dell’azienda politica sammarinese”. Aspettavamo quel puntuale latore di buone novelle, proponente di buona mercanzia che si accontentava della più elementare quanto primordiale forma contrattuale: “Il Baratto”. Come soleva dire il popolo latino duemila anno or sono: “Una mano lava l’altra ed entrambe lavano il viso”.
Connubio politica affari, poteri forti, incapacità politica, ecc., parole e frasi che riempiono quotidianamente i nostri giornali da anni ed altro non sono che il riflesso, la prova provata, dell’acquisto e della vendita del consenso.

“Il Paese è piccolo e la gente mormora…” recita un vecchio adagio.
In questo Paese tutti sanno di tutti, si sa di ogni singolo baratto virato al consenso, si conoscono mittenti e destinatari…
Tutti sappiamo perché questa sedicente manica di incapaci tiene da vent’anni il Paese in mano e ad ogni tornata elettorale, come per incanto, resta lì con tutta la sua forza elettorale, con tutto il suo arrogante e principesco potere.

Noi dove eravamo?

Sapete quante brave persone sono impegnate nella vita politica del Paese ed in tutti gli schieramenti politici? Decine e decine di individui. Li avete mai votati? Li avete mai ascoltati? Vi siete mai interessati della loro esistenza?

Se volete vederli dal vivo é facile; basta aspettare il primo giorno di un congresso di partito e recarvisi dalle 8 alle 10 del mattino, le uniche ore in cui hanno diritto di parola secondo programma.

Sono anni che queste persone si battono per il cambiamento di questo Santo Paese, ma, purtroppo per voi, non hanno altro da vendere che la loro parola e la loro dignità. Forse per questo restano a parlare inascoltati ed a volte derisi all’interno di assemblee messe a disposizione dai “Principi” quali stanze dello sfogo collettivo.
Comunque luoghi facilmente controllati e controllabili.

Cari concittadini io non ci sto a massificare tutti coloro che fanno politica, così come non ci starà chi legge questo articolo nel sentirsi oggetto di mercimonio politico.

Non ci sto ad accontentarmi di una sola testa da capro espiatorio in stile 8 settembre ’43.

Quando si porta uno Stato sul baratro e poi lo si fa precipitare non lo si fa da soli lo si fa in tanti.

Volete cambiare? Se così fosse.. fate sentire realmente la vostra voce, urlatela nelle piazze sui giornali, pretendete ora!..
L’appuntamento all’urna, subito!.. Senza che vi sia tempo di ricevere il prossimo latore.

Attenzione però! Se dalle urne dovessero uscirne per l’ennesima volta le stesse persone, non dico gli stessi partiti, bene, questo sarà solo il frutto di ciò che avrete criticato con tanta insistenza e tanta veemenza, coscienti che il cambiamento del sistema non sa da fare ne ora ne mai!

Il baratro ve lo sarete creato da soli.

Nel XVIII secolo Joseph de Maistre scriveva: “Ogni nazione ha il governo che si merita”

Un saluto

Massimo Valentini

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