Carlo Dall’Olmo:

Carlo Dall’Olmo:

Carlo Dall’Olmo:
“Ecco come è nato il progetto con la  Oakland University” 

San Marino Oggi: Riceviamo
e pubblichiamo  

Sono felice di
leggere che la   summer school congiunta
tra   l’università di San Marino e quella   di Oakland sia stata presentata   ufficialmente. Ma credo che   valga la pena anche conoscere   la storia di come è nato questo   programma di scambio.   Tutto iniziò da una conversazione   che ebbi diversi anni fa con una   giovane sammarinese che era in   visita negli Stati uniti. Al tempo   la giovane (Erica Matteini) era   insieme ad un gruppo teatrale   di Serravalle che era venuto a   Detroit per mettere in scena una   commedia per la comunità dei   sammarinesi. Durante la loro   permanenza,
li portai a visitare   l’università del
Michigan e in   quell’occasione Erica mi
disse   quanto sarebbe piaciuto a lei   e ad altri studenti sammarinesi   avere la possibilità di studiare   negli Stati uniti. Come sammarinese   ho sempre desiderato   creare un programma di scambio   per gli studenti e la mia conversazione   con Erica mi confermò   che era giunto il momento.   Nel 2007 iniziai quindi ad esplorare   le possibilità di creare un   programma del genere con la   Oakland University di
Rochester   (Michigan). Scelsi quell’ateneo   perché si trova nelle vicinanze   del San Marino social club di   Troy e quell’area conta una vasta   presenza di sammarinesi. Pensai   che sarebbe stato un vantaggio   per gli studenti del Titano trovarsi   a contatto, appena arrivati, con   dei concittadini.   I primi approcci con il rettore della   Oakland University non furono   incoraggianti. Mi disse che le   università americane hanno dei   criteri molto selettivi per la creazione   di programmi di scambio   e l’università di San Marino non   aveva le caratteristiche richieste.   Ne rimasi deluso, certo, ma non   abbandonai il progetto.   Nel 2008 poi, qualcosa iniziò a   muoversi. Parlando delle difficoltà   di fare progredire il progetto insieme   ad un altro sammarinese,   Lucio Capicchioni, lui mi disse   che sua nipote, Anna Spagnuolo,   era professoressa di matematica   alla Oakland University e forse   avrebbe potuto aiutarmi. Così ne   parlai con lei, che mi presentò il   professor David Archbold, direttore   dei programmi di scambio   dell’ateneo. Si dimostrò subito   interessato e mi disse che la collaborazione   tra le due università   sarebbe potuta partire con uno   scambio tra professori all’inizio,   per poi passare agli studenti.   Ma prima, voleva sapere quali   dipartimenti accademici sarebbero   stati coinvolti. Avendo ottenuto   la sua approvazione, era ora   necessario venire a San Marino   per discuterne con il rettore dell’Università,   Giorgio Petroni, e il   segretario di Stato per la Cultura,   Romeo Morri.   Nel 2009 quindi iniziarono i   contatti con San Marino: chiamai   l’ufficio del segretario Morri   per ottenere un appuntamento.   Poi chiamai anche la segreteria   di Stato per gli Affari Esteri per   avere supporto, ma non mostrarono   alcun interesse (ci tengo   invece a ringraziare la signora   Grace Merlini che mi fece
da   interprete nel corso dell’incontro   con il segretario Morri). Così,   una volta fissato l’appuntamento   con il segretario per la Cultura,   chiamai Petroni per organizzare,   nella stessa giornata, un incontro   anche con lui. Quando venni a   San Marino nell’estate del 2009,   appositamente per i due appuntamenti   fissati, alla segreteria di   Stato per la Cultura mi
dissero   che Morri non era disponibile e   non mi avrebbe potuto ricevere.   Ebbi così solo l’incontro con   Petroni, con cui mi intrattenni per   un paio d’ore.   All’inizio era scettico sul fatto   che un privato cittadino come   me coordinasse un progetto   del genere. Quando mi chiese   perché lo stavo facendo, gli dissi   che ero nato a San Marino, dove   avevo frequentato l’asilo, per poi   trasferirmi negli Stati uniti, dove   avevo avuto una carriera gratificante   come chirurgo vascolare e   mi sentivo molto orgoglioso della   creazione di questo progetto. Si   trattava, per me, di un modo per   dare qualcosa a San Marino, per   lasciare qualcosa in eredità agli   studenti della Repubblica.   Lui si dimostrò grato perché,   disse, i suoi tentativi di creare   un programma di scambi con   l’università di Princeton erano   falliti. Mi mostrò la bozza del   programma che avrebbe voluto   creare, un corso di storia, e pensai   che sarebbe stato perfetto dal   momento che la Oakland University   ha un dipartimento di storia   dell’arte. Petroni mi presentò   poi la figlia della signora Merlini,   Karen Venturini, che si rivelò una   risorsa inestimabile per le sue   capacità linguistiche. Devo a lei   tutta la seguente corrispondenza   tra me e i due atenei. Iniziammo   così la collaborazione e decidemmo   che sarei tornato a San   Marino insieme a un professore   della Oakland University.   Tornai quindi alla Oakland University   dove ebbi un incontro con   il professor Archbold, la professoressa   Spagnuolo e la dottoressa   Andrea Eis, direttrice del   dipartimento di storia dell’arte.   Nel corso dell’incontro parlai di   San Marino (nessuno dei tre ne   aveva mai sentito parlare), della   sua gente e della sua università.   Nel corso di uno dei miei incontro   con la dottoressa Eis, mi
chiamò   Petroni per dirmi che il
segretario   Morri si stava recando alla
Johns   Hopkins University di Baltimora   (Maryland) insieme a uno staff di   persone da San Marino per proporre   un programma di scambio.   Tuttavia, dopo qualche tempo il   rettore dell’ateneo sammarinese   mi informò che il tentativo era   fallito. Nel frattempo continuavano   i miei incontri con la dottoressa   Eis e avevo organizzato   un viaggio a San Marino per il   giugno del 2010, al quale però   io non potei partecipare a causa   di impegni di lavoro. Andrea Eis   venne accolta molto bene e fu   entusiasta sia della Repubblica   che della sua università. Il   resto, è storia: la summer school   è diventata realtà. Ora io sto   aprendo i contatti con un’altra   università degli Stati uniti per   creare un altro programma di   scambi con San Marino. Quando   avrò aperto la strada, tornerò sul   Titano e chiederò nuovamente   di incontrate Morri e Petroni per   chiedere la loro collaborazione.   Ho fatto tutto questo usando le   mie risorse e non ho mai chiesto   nulla in cambio.   Ma questa storia evidenzia alcuni   temi importanti. Prima di tutto,   l’importanza di conoscere sempre   tutti i fatti. I titoli vanno bene, ma   le persone che ho menzionato   nel mio racconto hanno reso possibile   tutto questo e anche loro   devono essere nominate.   L’altro tema che vorrei evidenziare   è il beneficio che viene a San   Marino dall’avere un cittadino che   vive in un’area di grande interesse   per la Repubblica. Noi
siamo   gli ambasciatori del Titano e i   tentativi, falliti, di Petroni e Morri   di creare programmi di scambio,   dimostrano l’importanza di avere   un rappresentante sul posto.   Da questo punto di vista la Repubblica   è fortunata. Ha cittadini   in tutto il mondo, noi siamo i sammarinesi   nel mondo. Noi veniamo   erroneamente chiamati ‘sammarinesi   all’estero’, come se avere   un indirizzo sul Titano sia l’unica   maniera valida di essere sammarinese.   È ora di smettere di usa il   termine ‘all’estero’ piuttosto che   ‘nel mondo’. Noi siamo dove molti   sammarinesi non sono mai stati   ma dove un giorno vorranno o   dovranno andare, ma siamo sempre   sammarinesi. Siamo pronti   e in grado di aiutare la Repubblica   in diversi campi, anche nei   periodi più difficili. Invitiamo voi,   concittadini che vivete sul Titano,   a venirci a trovare e provare la   gioia di fare parte delle nostre   comunità. Prendete la mano che   vi tendiamo, lasciate che vi aiutiamo   e camminiamo tutti insieme   verso il futuro. Usate le risorse   che vi mettiamo a disposizione: i   risultati, come la summer school,   parleranno da soli.   In conclusione, posso solo dire   che questo programma di scambio   tra università è stato un lavoro   mosso dal mio amore per San   Marino. Sono molto orgoglioso di   ciò che abbiamo realizzato e di   vedere che è un passo importante   per portare il Titano e i suoi   studenti nella comunità internazionale   delle università. Sarà   sicuramente un beneficio per gli   studenti e per San Marino e i suoi   cittadini.

Possiamo esserne
tutti   fieri.  

Carlo A. Dall’Olmo  
Console della Repubblica di San   Marino 

 Traduzione di Daniela
Malpeli  
                 

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