Carlotta Scozzari di La Repubblica: Da Bellavista Caltagirone a Isoldi: ecco i finanziamenti sbagliati di Banca Etruria

Carlotta Scozzari di La Repubblica: Da Bellavista Caltagirone a Isoldi: ecco i finanziamenti sbagliati di Banca Etruria

La Repubblica, 16 febbraio 2015

Da Bellavista Caltagirone a Isoldi: ecco i finanziamenti sbagliati di Banca Etruria

L’istituto aretino è nel gruppo di banche che ha finanziato per 140 milioni (11,5 da sola) l’Acquamare, azionista del Porto di Imperia. Ed è anche tra gli istituti che hanno elargito prestiti a Isoldi, imprenditore dell’immobiliare ora in carcere per avere preso a calci l’amante incinta

Carlotta Scozzari

MILANO – La Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio è stata commissariata la settimana scorsa, l’11 febbraio, quando è diventato evidente che, mantenendo lo status quo, non sarebbe riuscita ad andare avanti. A mettere in ginocchio i conti dell’istituto di credito aretino, vicepresieduto da Pier Luigi Boschi, papà della ministra delle riforme Maria Elena, è stata la bomba dei crediti problematici. Basti pensare che al 30 settembre scorso (ultimi dati per ora disponibili) Banca Etruria aveva dovuto sopportare in conto economico, con riferimento ai primi nove mesi dell’anno scorso, rettifiche su crediti per 208,56 milioni di euro. Una cifra non soltanto superiore a quella dello stesso periodo del 2014 (quasi 148 milioni) ma anche poco lontana dal margine di intermediazione, che nel periodo da gennaio a settembre dell’anno scorso si è attestato a 223,12 milioni. E’ un po’ come se quest’ultimo dato, centrale per i conti di una banca e in gran parte legato proprio alle operazioni di finanziamento, venisse “mangiato” dalle svalutazioni dei prestiti.

Una fonte vicina alla situazione fa notare che il peggioramento del credito della Popolare Etruria è andato di pari passo con quello dell’economia locale, e dunque delle imprese attive nel settore dell’oro, dei mobili e anche della moda. A questa tendenza, però, bisogna affiancare anche una politica del credito che non sembra essere sempre stata in grado di individuare gli imprenditori più affidabili a cui erogare prestiti. Emblematici sono stati i casi di Francesco Bellavista Caltagirone e di Pierino Isoldi. Il primo è l’imprenditore che lo scorso novembre è stato assolto “perché il fatto non sussiste” nell’indagine sul crac del Porto di Imperia. Al centro della vicenda c’è un finanziamento da 140 milioni che un gruppo di banche ha erogato ad Acquamare srl, la società di Bellavista Caltagirone, ora in concordato preventivo e azionista di riferimento del Porto di Imperia. La società che ha in carico l’infrastruttura della provincia ligure, invece, dapprima è stata dichiarata fallita dal tribunale, ma poi la Corte di Appello di Genova ha annullato il provvedimento. Come si legge nel bilancio del 2012 (ultimo disponibile) del Porto di Imperia, “l’originario  piano  di  rimborso” del finanziamento in questione “prevedeva che il debito assistito da  ipoteca venisse estinto entro il 31 dicembre del 2011. Il suddetto debito risulta non essere stato onorato da Acquamare srl”. Dunque le banche finanziatrici non hanno riavuto indietro il loro denaro. E tra queste spunta anche la Popolare Etruria, che aveva partecipato al prestito per l’8,23%, vale a dire per circa 11,5 milioni, insieme con Bnl, Unicredit e Carige, col 21,43% a testa, e con Mps ed Efibanca (Banco Popolare), col 13,74% a testa. Dai documenti del tribunale, emerge che a rilasciare la procura speciale connessa al finanziamento era stato l’ex presidente della banca aretina, Elio Faralli. Come nota una fonte vicina alla situazione, “tra i problemi principali che hanno condotto all’attuale situazione in cui versa l’Etruria, c’è proprio quello di avere concesso finanziamenti da molti milioni l’uno, senza avere frazionato il rischio. Cosa che per una piccola banca dovrebbe essere considerata la prima regola da rispettare”.

Poi c’è il capitolo del gruppo di Pierino Isoldi, l’imprenditore attivo nel settore del real estate, tra l’altro in passato anche socio rilevante della società immobiliare quotata Aedes, che lo scorso maggio è stato condannato in Cassazione a 12 anni di carcere per avere picchiato l’amante così da farla abortire. La sua Isoldi Holding spa risulta in liquidazione, anche dopo non essere riuscita a rispettare il piano di ristrutturazione messo a punto nel 2011, in base all’articolo 67 della legge falliementare, con le banche creditrici. Tra queste, stando ai dati al 2010, la Popolare Etruria e Lazio, per circa 10,3 milioni, insieme con la Cassa di risparmio di Cesena e Antonveneta, con una trentina di milioni a testa, Banca Tercas (19,5 milioni, pure commissariata), Credito di Romagna (9) e Cassa di risparmio di Forlì e della Romagna (5,4). Come si legge nell’ultimo bilancio depositato dalla Isoldi Holding, “la società, a fronte dalla grave crisi strutturale del settore delle costruzioni e dello sviluppo di iniziative a destinazione commerciale, ha promosso e cercato di attuare nel corso del 2011 e 2012, un piano di ristrutturazione del debito”.In particolare, prosegue il bilancio di Isoldi Holding, la società, “con l’assistenza dell’advisor finanziario Ernst & Young, ha elaborato e definito con le banche creditrici un piano di ristrutturazione con connessa manovra  finanziaria, approvato in data 15 luglio 2011. Sulla base del piano di ristrutturazione e degli accordi finanziari sottoscritti, le banche, nell’anno 2011, hanno provveduto a erogare nuova finanza per euro 17.600.000”. Ma non è stato sufficiente a uscire dall’impasse perché, aggiunge il documento, “il persistere tuttavia e l’ulteriore aggravarsi della situazione economica generale di crisi, particolarmente acuta per il settore immobiliare, unitamente alle vicende giudiziarie che hanno investito l’ex amministratore geom. Pierino Isoldi, e la società, non hanno consentito di realizzare gli obiettivi previsti dal piano ex art. 67 legge fallimentare.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy