Caso Eluana Englaro. L’intervento del Vescovo di Rimini Francesco Lambiasi.

Caso Eluana Englaro. L’intervento del Vescovo di Rimini Francesco Lambiasi.

Una nota della Diocesi di Rimini firmata dal Vescovo Francesco Lambiasi spiega la posizione sul caso Eluana Englaro, ribadendo il valore sacro ed intangibile di ogni vita umana.

La nota integrale

“Al momento non si sa che fondamento abbia la notizia di un trasferimento di Eluana Englaro in una struttura sanitaria di Rimini. Sul valore sacro e intangibile della vita umana, dono di Dio, la Chiesa ha più volte fatto sentire con chiarezza e forza la sua voce, dal Santo Padre fino alla recente dichiarazione del Card. Carlo Caffarra, Presidente della Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna, che condivido pienamente e al quale esprimo tutta la mia solidarietà.
Nella Diocesi di Rimini il valore e la dignità di ogni vita, anche di quelle segnate dalla più grande fragilità e sofferenza, non sono affermate solo a livello di principi, ma testimoniate dall’impegno concreto e quotidiano di tante famiglie, associazioni e singole persone. Alcune di queste, che hanno firmato il comunicato apparso ieri sui quotidiani, ne sono una conferma.
A Rimini da anni opera la Comunità di Montetauro. Uomini e donne consacrati uniscono alla preghiera la condivisione, giorno e notte, con fratelli colpiti da gravi handicaps: fra essi anche un sacerdote, don Mauro, affetto da SLA, che continua il suo apostolato con la testimonianza di serenità e di grande fede.
Qualche mese fa è stato ricordato il primo anniversario della morte di don Oreste Benzi, fondatore dell’Associazione Papa Giovanni XXIII.
Don Oreste ha impegnato tutta la sua esistenza a richiamare e difendere il valore di ogni vita, da quella appena concepita fino alla sua naturale conclusione. Alle migliaia di aderenti alla Comunità, giovani, famiglie, consacrati, ha dato costantemente una consegna: prendersi a cuore ‘gli ultimi tra gli ultimi’, proprio quelli a cui nessuno pensa, che nessuno vuole. ‘Perché – diceva don Oreste – questo non è solo un dovere di carità, non è solo vedere e servire Cristo in loro, ma è anche lavorare per un società migliore. Se c’è rispetto per l’ultimo, allora c’è rispetto per tutti, allora l’odio, la violenza, la guerra… sono vinti alla radice’.
Non meraviglia allora che il babbo e la mamma di Davide, parrocchiani di don Oreste, avendo da otto anni un figlio nelle condizioni di Eluana, abbiano sentito il bisogno di dare testimonianza come ‘l’abbozzo di un sorriso o uno sguardo, anche se nel vuoto’ di Davide siano per loro motivo di serenità e forza per vivere.
E’ davvero sorprendente e motivo di infinita amarezza che, mentre ci sono persone disposte a curare, assistere, amare un fratello o una sorella, a considerarle sempre e in qualunque situazione si trovino un valore e una dignità intangibile e sacra, altri considerino un atto di pietà affrettare la loro morte.
Mentre esprimo profonda gratitudine a tante persone che testimoniano questo generoso servizio alla vita, invito tutti a fermarci e riconsiderare il valore infinito della nostra vita e di ogni vita.
E abbiamo soprattutto bisogno di pregare il Signore della vita per Eluana, per la sua famiglia e per tanti altri che vivono l’esperienza della sofferenza: perché non venga meno in nessuno la speranza, la volontà di andare avanti, la serenità.
Allora potremo dire che la vita e le sofferenze di Eluana non sono vane.”

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