Cassa di Risparmio di Rimini non vende Credito Industriale Sammarinese

Cassa di Risparmio di Rimini non vende Credito Industriale Sammarinese

Il settore bancario sammarinese é in forte movimento: Unicredit cede l’intero pacchetto di Banca agricola commerciale, Credito di Romagna dovrà rispondere alla magistratura della sovrapposizione di cariche societarie tra il suo Cda e quello dell’Istituto bancario sammarinese e continuano le indiscrezioni di stampa su ‘indicazioni’ più o meno esplicite di Bankitalia nei confronti degli istituti italiani di abbandonare la piazza sammarinese, con voci di cessione anche per il Credito industriale Sammarinese (Cis). Ma da Cassa di Risparmio di Rimini arriva un’indicazione: “tutelare l’intero patrimonio”, compreso il Cis. “Cassa di Risparmio di Rimini è proprietaria del Credito industriale sammarinese (Cis) al cento per cento – spiega il vice presidente della Cassa riminese, l’avvocato Gianluca Spigolon, sentito dall’ANSA -. Un’operazione fatta circa cinque anni fa con l’autorizzazione di Bankintalia. Un patrimonio per noi importate, quello del Cis, sia perché si tratta di una delle banche storiche di San Marino sia perché abbiamo il dovere di tutelare tutto il nostro patrimonio in armonia con la responsabilità nei confronti degli organi di vigilanza”. Spigolon, non nega che in questi ultimi tempi anche nel Cda di Carim si sia parlato dell’attuale condizione in cui lavorano gli istituti bancari ‘di confine’ tra San Marino e l’Italia. Ma da qui a pensare di disfarsi di un “patrimonio” come il Cis il passo è troppo lungo: meglio azioni di tipo conservativo. Smentitata anche sulle ventilate indicazioni da parte di Bankitalia nei confronti di istituti di credito italiani, di disfarsi di eventuali quote di partecipazioni o di proprietà in banche sammarinesi. “A noi non sono mai arrivate, né formali né informali, tantomeno scritte. Sappiamo perché si legge sulla stampa della situazione e delle attuali relazioni tra Italia e San Marino, ma tutto si ferma qui”. Per ora quindi nessuna intenzione di cedere il Cis, e non preoccupa né l’uscita di Unicredit da Banca agricola commerciale sammarinese (Bac) (messa sul mercato a una cifra di circa 90 milioni di euro per una raccolta al netto dello scudo fiscale di un miliardo né i risvolti giudiziari che hanno coinvolto il Credito di Romagna. “Assolutamente no – dice Spigolon – ovviamente noi che siamo sulla ‘frontiera’ seguiamo con attenzione le cose, ma va precisato che Cassa di Risparmio di Rimini è in una situazione diversa rispetto a Unicredit per la quale Bac è solo uno dei tanti investimenti. Il Cis per noi è importante. E poi siamo assolutamente lontani dalle condizioni del Credito di Romagna. Noi il Cis lo abbiamo acquistato regolarmente tenendo fede a due punti fondamentali: la tutela del nostro patrimonio e la responsabilità nei confronti degli organi di vigilanza. Carim, non è quotata, ha alle spalle un ente no profit, la Fondazione Cassa di risparmio, alla quale versiamo il 70% per cento . E quel 70% viene reinvestito a favore della città di Rimini e della collettività”.

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